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    Pakistan, Asia Bibi liberata “ma non può lasciare il paese”

    Asia Bibi

    La donna di religione cristiana era stata rilasciata il 7 novembre e il suo legale aveva detto che aveva lasciato il paese verso una direzione sconosciuta

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 8 Nov. 2018 alle 08:07 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:44

    Asia Bibi, la donna pakistana di religione cristiana condannata a morte per blasfemia e liberata dopo 8 anni di carcere, è ancora in Pakistan.

    Il 7 novembre il suo avvocato aveva dichiarato che la donna aveva lasciato il paese, ma la notizia è stata smentita  dal portavoce del ministero degli Esteri, Muhammad Faisal.

    La vita di Asia Bibi è considerata in grave pericolo in Pakistan e negli ultimi giorni la sua famiglia ha chiesto l’intervento dei Paesi occidentali perché la accolgano, tra cui l’Italia.

    Asia Bibi era stata condannata alla pena capitale nel 2010 per il reato di blasfemia e la Corte suprema del Pakistan aveva annullato la condanna a morte il 31 ottobre 2018

    La storia – La donna era accusata di aver insultato il profeta Maometto in una discussione avvenuta nel 2009 nel Punjab.

    Si è sempre dichiarata innocente, ma ha trascorso la maggior parte degli ultimi anni in carcere, in una cella di isolamento. Nel 2014 aveva perso il ricorso dinanzi alla corte di Lahore, capitale del Punjab.

    L’anno successivo, però, la Corte suprema aveva deciso di sospendere l’esecuzione della pena per esaminare meglio il caso.

    Il giudice ha motivato l’annullamento della condanna a morte affermando che le testimonianze contro Asia Bibi erano contraddittorie, che l’accusa “non è riuscita a dimostrare la colpevolezza della donna oltre ogni ragionevole dubbio” e che alcune prove raccolte erano inconsistenti.

    La donna all’epoca dei fatti, fu costretta a confessare il reato da una folla che minacciava di linciarla.

    La sentenza si è conclusa con una citazione dagli Hadith, i detti raccolti del Profeta Muhammad, che afferma che i non musulmani devono essere trattati con gentilezza e umanità.

    Il caso ha suscitato una forte indignazione internazionale, con l’intervento di numerose associazioni per la tutela dei diritti umani che, nel corso degli anni, hanno chiesto più volte la liberazione della donna.

    La sentenza in queste ore sta dividendo il Pakistan. Il partito politico radicale Tehreek-e-Pakistan Labbaik (TLP) aveva già minacciato “conseguenze pericolose” in caso di assoluzione du Asia Bibi.

    Al momento della lettura del verdetto, il tribunale era circondato da poliziotti: si temeva infatti che gruppi di estremisti religiosi potessero commettere attentati o scatenare violenze.

    L’Islam è la religione nazionale del Pakistan e sostiene il suo sistema legale. Il sostegno pubblico alle severe leggi sulla blasfemia è molto forte nella società.

    Dagli anni ’90, decine di cristiani sono stati condannati per reati di blasfemia, anche se nessuno è mai stato giustiziato. Tuttavia, alcune persone accusate del reato sono state linciate o assassinate.

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