L’amministrazione Trump sta lavorando ad una nuova versione “migliorata e meno complicata” del cosiddetto Muslim Ban, l’ordine esecutivo adottato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump il 27 gennaio, che vietava l’ingresso per 90 giorni ai cittadini di 7 sette Paesi a maggioranza islamica (Siria, Sudan, Somalia, Iraq, Iran, Libia e Yemen), in seguito bocciato dalla magistratura federale.
A confermarlo è stato il segretario alla Sicurezza nazionale, John Kelly, parlando a margine del summit sulla sicurezza di Monaco di Baviera, il 19 febbraio. “Il presidente pensa di pubblicare una versione rivista, razionalizzata del primo decreto, e questo ci fornirà l’occasione per lavorare sulla sua applicazione, e per evitare che qualcuno si trovi bloccato dal sistema mentre è in transito, come avvenuto con il precedente bando”, ha affermato Kelly, sottolineando come la stretta sugli arrivi, nel programma di Trump, sia solo una pausa per concedere alle autorità il tempo necessario “per valutare i sistemi di controllo dei territori stranieri considerati nella lista”.
Difatti, secondo quanto riportato dal Washington Post, la nuova misura riguarderà i sette paesi del precedente decreto, ma senza blocchi per chi è in viaggio verso gli Stati Uniti nel momento in cui il decreto entrerà in vigore. Il bando-bis dovrebbe escludere dallo stop agli ingressi i possessori della carta verde.
Secondo il Washington Post, tra le linee guida del ministero per la Sicurezza Interna ci sarebbero l’assunzione di migliaia di agenti, l’accelerazione delle udienze per i rimpatri e la richiesta alle autorità locali di incrementare gli arresti degli immigrati irregolari.Le linee guida sostituirebbero così quasi tutte le misure dell’amministrazione Obama, incluse quelle per concentrare i rimpatri solo sui criminali e su coloro che hanno legami con il terrorismo.
Kelly, secondo il quotidiano statunitense, punterebbe anche a limitare gli ingressi di minori non accompagnati, con misure più severe per tutti quei genitori che dagli Stati Uniti pagano per far entrare i figli entro i confini americani.
In via di definizione in queste ore anche nuove misure per smantellare l’agenda verde di Obama. Trump potrebbe firmare due decreti il 21 febbraio per ribaltare le politiche dell’era Obama sul controllo del diossido di carbonio e dell’inquinamento delle acque, aprendo una nuova era per l’Agenzia per la Protezione, con una bruscsa retromarcia rispetto agli accordi sul clima siglati a Parigi nel 2015.
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