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    L’Armenia si ritirerà dall’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto), l’alleanza militare guidata dalla Russia

    Credit: AGF

    Il premier Nikol Pashinyan ha annunciato oggi in Parlamento il ritiro dall'Organizzazione del Trattato sicurezza Collettiva (Csto) senza però precisare quando questo avverrà

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 12 Giu. 2024 alle 17:53 Aggiornato il 12 Giu. 2024 alle 17:54

    L’Armenia si ritirerà dall’Organizzazione del Trattato Sicurezza Collettiva (Csto), l’alleanza militare creata nel 1992 e guidata dalla Russia che riunisce sei repubbliche ex sovietiche oggi appartenenti alla Comunità degli Stati Indipendenti (Csi), mentre ha raggiunto un accordo per un partenariato strategico con gli Stati Uniti.

    Intervenendo al question time previsto al Parlamento di Yerevan, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha annunciato oggi il ritiro del Paese dall’alleanza, senza però precisare quando lascerà il patto stretto con Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Nella stessa occasione, il suo ministro degli Esteri Ararat Mirzoyan ha rivelato di aver raggiunto un accordo per portare a un nuovo livello il dialogo strategico con gli Usa.

    “Ce ne andremo (dalla CSTO, ndr)”, ha detto Pashinyan rispondendo all’intervento di un deputato dell’opposizione. “Ce ne andremo quando lo riterremo necessario”. La motivazione risiede nel mancato aiuto militare prestato a Yerevan durante la guerra che ha portato alla dissoluzione della Repubblica separatista armena del Nagorno Karabakh, riconquistata nel settembre scorso dall’Azerbaigian.

    Secondo il primo ministro, i principali fautori della minaccia contro il Paese “sono coloro che hanno formato un blocco, (…) che non solo non ha rispettato i propri obblighi ma ha anche pianificato una guerra con l’Azerbaigian contro di noi”. Per Pashinyan insomma non solo Mosca e gli altri membri della Csto non hanno aiutato l’Armenia ma addirittura si sarebbero accordati con Baku, un’accusa respinta al mittente dal Cremlino.

    La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha infatti definito “offensive” le dichiarazioni del premier armeno, citando la decisione presa da Yerevan nel settembre 2022 di respingere una missione del Consiglio di Sicurezza Collettivo della Csto per accogliere gli osservatori inviati dall’Unione europea. Mosca, ha comunque sottolineato la portavoce del ministero russo, considera Yerevan un membro a pieno titolo della Csto, “con tutti i diritti e gli obblighi che ne derivano”.

    Il Paese infatti non è ancora uscito dall’Organizzazione, come ha precisato oggi in Parlamento il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan, anche se la scelta del governo è irrevocabile. “Il premier ha dichiarato che decideremo quando usciremo”, ha specificato Mirzoyan. “Ma non torneremo indietro”.

    La decisione annunciata oggi da Pashinyan è solo un’ulteriore conferma del progressivo allontanamento di Yerevan dalla sfera di influenza russa. Già a metà febbraio infatti il premier aveva sospeso l’adesione del Paese alla Csto, denunciando la mancata attuazione del Trattato “soprattutto nel 2021-2022”. Il mese successivo, Pashinyan aveva minacciato il ritiro unilaterale dall’Organizzazione se i suoi membri non avessero risposto alle preoccupazioni dell’Armenia circa la sua sovranità territoriale.

    Non si tratta però solo della Csto: negli ultimi anni Yerevan ha ridotto la propria partecipazione alle associazioni internazionali che riuniscono le repubbliche ex sovietiche. Nell’ottobre scorso, ad esempio, il primo ministro non ha partecipato ai consigli intergovernativi dell’Unione economica eurasiatica (a cui aderiscono Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Russia) e della Comunità degli Stati Indipendenti (composta da 9 delle 15 repubbliche ex sovietiche) a Bishkek. Pashinyan ha rifiutato anche l’invito al vertice della Csto di Minsk a novembre.

    D’altro canto, Yerevan si sta avvicinando sempre di più agli Usa, come ha confermato sempre in Parlamento il ministro Mirzoyan. L’Armenia, ha annunciato il capo della diplomazia locale riferendosi alla visita nel Paese del vicesegretario di Stato Usa per gli Affari Europei ed Eurasiatici James O’Brien, ha raggiunto un accordo per un partenariato strategico con gli Stati Uniti.

    “Questa è stata la seconda sessione congiunta Armenia-Usa”, ha detto il ministro commentando l’incontro con O’Brien. “Se si confronta la dichiarazione della sessione precedente con il comunicato congiunto pubblicato quest’anno, si vedrà che sia gli ambiti che i passaggi specifici sono stati notevolmente ampliati: i risultati (del dialogo strategico con gli Usa, ndr) sono davvero tangibili”.

    “Oltre al fatto che settori come l’energia, la cooperazione economica, il sostegno alla democrazia, la giustizia, la difesa e altri comparti rientrano ora nell’ambito del dialogo strategico”, ha spiegato Mirzoyan, “è stato raggiunto anche un accordo per portare questa cooperazione a un livello senza precedenti e procedere verso una partnership strategica, che porterà a nuovi campi e strumenti di applicazione”.

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