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    Armenia, la rivoluzione di velluto ha vinto: il premier Sargsyan si è dimesso

    L'annuncio dopo dieci giorni di proteste nella capitale Yerevan: anche le forze armate si erano unite ai dimostranti

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 23 Apr. 2018 alle 15:11 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:14

    Il primo ministro dell’Armenia, Serzh Sargsyan, si è dimesso il 23 aprile 2018 dopo dieci giorni di proteste nel paese. Nelle ultime ore le forze armate si erano unite ai dimostranti, scesi in piazza a migliaia nella capitale Yerevan.

    “Il movimento nelle strade è contro il mio mandato. Sto esaudendo la tua richiesta. Auguro al nostro paese pace, armonia e buon senso”, ha dichiarato Sargsyan nel dimettersi.

    Non è ancora noto se le sue dimissioni comporteranno nuove elezioni parlamentari.

    Sargsyan, del Partito repubblicano d’Armenia, era stato nominato premier lo scorso 17 aprile all’esaurimento del suo mandato da presidente, iniziato nel 2008.

    L’opposizione ha denunciato l’autoritaria presa di potere e ha detto di voler paralizzare l’intero sistema statale, dando avvio a una “rivoluzione di velluto”, cioè non violenta.

    In Armenia è stata recentemente introdotta tramite referendum una profonda modifica alla Costituzione che cambia la forma di governo del paese da presidenziali a parlamentare, attribuendo così più poteri al primo ministro rispetto al presidente.

    Secondo i dimostranti, questo cambiamento è stato introdotto proprio per avvantaggiare Sargsyan.

    Il leader repubblicano, 63 anni, ex ufficiale dell’esercito, ha vinto le elezioni presidenziali nel 2008 ed è stato rieletto per un secondo mandato nel 2013. In passato era già stato premier a cavallo tra il 2007 e il 2008.

    Il nuovo presidente dell’Armenia è un suo omonimo, Armen Sargsyan, ma i due non sono parenti.

    Le manifestazioni di protesta sono iniziate venerdì 13 aprile. Nella notte tra lunedì e martedì i manifestanti hanno iniziato a bloccare le strade centrali della città nel tentativo di bloccare il voto del parlamento.

    All’inizio della scorsa settimana almeno 46 persone sono rimaste feritenegli scontri con la polizia e numerose persone sono state arrestate a Yerevan, dove si erano radunati circa 40mila manifestanti.

    Obiettivo dichiarato dei dimostranti era convincere le forze dell’ordine ad aderire alla protesta, consentendo l’accesso dei dimostranti ai palazzi del potere.

    Dopo dieci giorni di manifestazioni le forze armate si sono schierate con gli insorti, segnando una svolta che ha costretto Sargsyan a dimettersi.

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