L’Argentina verso la legalizzazione dell’aborto
Il presidente argentino, Alberto Fernandez, ha annunciato l’intenzione di presentare un disegno di legge per legalizzare l’aborto, un provvedimento che, se approvato, farebbe dell’Argentina il primo grande Paese latino-americano a garantire l’interruzione legale della gravidanza.
Lo ha annunciato Fernandez durante il discorso di apertura della sessione ordinaria del Congresso. “Voglio affrontare un argomento di cui discutiamo da molto tempo”, ha dichiarato.
“So che per molti è un argomento che ha profonde implicazioni personali. Tutti sanno di cosa sto parlando. L’aborto accade, è un dato di fatto. Ed è solo l’ipocrisia che a volte ci cattura e ci fa profondare in un dibattito come questo. Pertanto, entro i prossimi dieci giorni presenterò un disegno di legge per l’interruzione volontaria della gravidanza che legalizza l’aborto al momento iniziale del concepimento e consente alle donne di accedere al sistema sanitario quando prendono la decisione di abortire”, ha continuato il presidente.
Le sue parole hanno suscitato un’ovazione tra i deputati del Frente de Todos, la coalizione di maggioranza.
All’inizio del discorso, Fernandez ha ringraziato papa Francesco, incontrato alla fine di gennaio, per il suo appello “a costruire un’economia con un’anima”. In questo senso, ha annunciato un “piano di mille giorni, per garantire l’attenzione e la cura globale della vita e della salute della donna incinta e dei suoi figli nei primi anni di vita”.
L’aborto è illegale in quasi tutti i Paesi del sud America, dove la maggior parte dei cittadini è di fede cattolica. Solo a Cuba e in Uruguay la pratica è consentita dalla legge, ma questo riguarda una popolazione di 14 milioni di abitanti in un continente che ne conta quasi 580 milioni.
In nazioni come La Repubblica Dominicana, El Salvador, Haiti, Honduras e Nicaragua l’aborto è proibito senza eccezioni. In Argentina, invece, è illegale tranne che in caso di stupro, o quando la vita della donna è in pericolo. Ma anche in questi casi le donne e le ragazze incorrono spesso in procedimenti penali o hanno difficoltà ad accedere a servizi sanitari come la contraccezione e la sterilizzazione volontaria, motivo per cui molte di loro sono costrette a ricorrere a procedure clandestine, che mettono però in pericolo la loro vita.
La proposta di legalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza in Argentina, presentata nel 2018 dopo mesi di proteste da parte di associazioni umanitarie e gruppi di attiviste, fu bocciata dall’allora presidente Mauricio Macri, che cedette alle pressioni dell’opposizione e della Chiesa. Ma questa volta il disegno di legge ha più possibilità di essere approvato perché a presentarlo sarà proprio il presidente, appoggiato dal partito di governo.
“Oggi è una giornata storica”, ha dichiarato l’attivista e scrittrice Ana Correa al The Guardian. “La depenalizzazione dell’aborto è finalmente vicina. Speriamo che il congresso sia all’altezza di questo importante compito”.
Anche Mariela Belski, direttrice di Amnesty International in Argentina, ha accolto l’annuncio di Fernandéz con entusiasmo. “È chiaro che il presidente ha ascoltato le richieste di donne, ragazze e adolescenti di questo Paese, e che è convinto che l’Argentina sia finalmente pronta ad accogliere questa legge”, ha dichiarato.