L’Arabia Saudita ha annunciato l’espulsione dell’ambasciatore del Canada a Riad e la sospensione delle relazioni commerciali con il paese nordamericano. La decisione sarebbe una risposta alle numerose critiche di Ottawa sulla repressione dei diritti umani nel regno saudita. Il diplomatico canadese ha ventiquattro ore di tempo per lasciare il paese.
“Non accetteremo alcune ingerenza nelle nostre decisioni di politica interna e non accetteremo diktat imposti da fuori”, ha dichiarato il ministro saudita degli Affari esteri su Twitter, riflettendo la fermezza adottata anche dal principe ereditero Mohammed ben Salman in materia di affari internazionali.
Riad ha inoltre annunciato che “fermerà tutte le relazioni commerciali e gli investimenti” con il Canada.
L’ambasciata canadese aveva espresso forti timori e si era detta “molto preoccupata” per una nuova serie di arresti di difensori dei diritti umani. “Facciamo appello alle autorità saudite per liberare immediatamente tutti gli attivisti che difendono pacificamente i diritti dell’uomo”, aveva dichiarato venerdì 3 agosto pubblicando un comunicato su Twitter.
La reazione del ministro saudita era stata immediata. “È deplorevole che la parola ‘liberazione immediata’ compaia nel comunicato dell’ambasciata. Per le relazioni tra i due paesi, è inaccettabile”, aveva dichiarato.
Il 2 agosto, Chrystia Freeland, la ministra degli esteri canadese, aveva detto di essere “molto preoccupata per l’arresto di Samar Badaoui”, una militante per l’uguaglianza tra i generi, fermata la scorsa settimana insieme alla collega Nassima al-Sadah.
Canada is gravely concerned about additional arrests of civil society and women’s rights activists in #SaudiArabia, including Samar Badawi. We urge the Saudi authorities to immediately release them and all other peaceful #humanrights activists.
— Foreign Policy CAN (@CanadaFP) August 3, 2018
Le due donne erano state perseguitate, minacciate e aggredite più volte in passato. Erano anche state privare del diritto di viaggiare all’estero.
“Questo livello senza precedenti di repressione nei confronti di chi difende i diritti umani in Arabia Saudita è profondamente preoccupante ed è il segnale che il giro di vite è lungi dall’essere cessato”, ha dichiarato Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International, alla notizie del fermo delle due donne.
“Queste donne coraggiose erano le ultime esponenti della comunità dei diritti umani nel paese, e adesso anche loro sono agli arresti. Sotto la nuova leadership del principe della corona Mohamed bin Salman, è stato cancellato anche il minimo ambito d’azione per chi difende i diritti umani”, ha aggiunto Maalouf.
Samar Badawi è la sorella di Raif, il blogger condannato a 10 anni di carcere e a 1000 frustate, 50 delle quali già eseguite, per aver pubblicato un sito nato per favorire il dibattito pubblico.
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