Omar Saddiqui Mateen, l’attentatore di origini afghane che ieri 12 giugno ha ucciso 50 persone in un gay club di Orlando, in Florida, ha compiuto la più grande strage dovuta a una sparatoria negli Stati Uniti usando un fucile d’assalto AR-15.
L’arma è conosciuta come la “most wanted gun” in America, ovvero la più richiesta in America. Si stima che ce ne fossero circa 9 milioni in circolazione nel 2014, una cifra che è andata aumentando.
Senza questo fucile semiautomatico, per Mateen sarebbe stato molto più difficile uccidere decine di persone in un lasso di tempo così relativamente breve. Infatti, l’AR-15 permette di sparare un centinaio di colpi in pochi minuti.
L’arma è divenuta una triste costante negli attacchi armati compiuti di recente negli Stati Uniti.
Nel dicembre 2015, a San Bernardino, in California, una coppia di coniugi che aveva giurato fedeltà all’Isis ha ucciso 16 persone usando lo stesso fucile.
Nel 2012, 26 bambini e membri del personale scolastico sono stati uccisi con un AR-15 in una sparatoria alla Sandy Hook Elementary School a Newton, in Connecticut.
Il fucile è popolare fra gli appassionati d’armi non solo perché permette di sparare numerosi colpi in poco tempo, ma anche perché è altamente personalizzabile. Inoltre, le lobby di armi favoriscono un paradossale incremento delle vendite dopo ogni strage, insistendo sul fatto che il governo inasprirà i controlli.
La vendita e l’utilizzo dell’AR-15 era stato vietato fino al 2004. Alcuni stati degli Usa hanno continuato a proibirne la vendita, ma fra questi non la Florida.
Durante i suoi due mandati, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha provato a introdurre controlli molto più stringenti sulle armi a livello legale, pur non riuscendo a eradicare completamente il fenomeno.
Leggi l'articolo originale su TPI.it