Un documento di diciannove pagine quello firmato tra il presidente francese Emmanuel Macron e la Cancelliera tedesca Angela Merkel. Ad Aquisgrana, martedì 22 gennaio, Francia e Germania hanno consolidato il loro rapporto firmando un Trattato di cooperazione franco-tedesca.
“È la risposta”, ha affermato Merkel, “dei nostri due paesi di fronte al rafforzarsi di populismo e nazionalismo”. L’incontro si è svolto nel 56esimo anniversario del Trattato dell’Eliseo, siglato il 22 gennaio 1963 dal presidente Charles de Gaulle e dal cancelliere Konrad Adenauer, considerato il fondamento delle relazioni bilaterali tra Germania e Francia nonché uno dei pilastri su cui si è stata costruita l’Unione Europea.
Politica estera e difesa. Sicurezza e fronte comune contro i populismi. Oltre che creazione di un’area economica comune e l’impegno francese a cercare di riservare un posto nel Consiglio di sicurezza dell’Onu alla Germania. Il Trattato intende segnare una nuova fase delle relazioni tra i due paesi ma non solo perché, secondo le parole di Macron, permetterebbe di rendere l’Europa “lo scudo di protezione dei nostri popoli contro le tempeste del mondo”.
Rapporti bilaterali. Francia e Germania si impegnano a riconoscere “un ordine internazionale fondato sulle regole e sul multilateralismo, al cui centro stanno le Nazioni Unite”. L’obiettivo è elevare i rapporti tra i due paesi a “un nuovo livello” e affrontare “le sfide che stanno dinnanzi ai due paesi e all’Europa nel XXI secolo”.
Nel testo si sottolinea che Francia e Germania terranno, prima dei grandi vertici europei, “consultazioni regolari a tutti i livelli” cercando di consolidare le “comuni posizioni”.
Europa. Francia e Germania, si legge nel documento, vogliono approfondire la loro collaborazione nel contesto della politica europea, “siimpegnano insieme per un’efficace e forte politica estera e rafforzano nonché approfondiscono l’unione economica e monetaria”.
Economia. I due paesi vogliono creare “uno spazio economico franco-tedesco con regole comuni”, per cui intendono creare un “Consiglio di esperti economici” in cui siederanno dieci esperti “indipendenti”.