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    L’appello di un attivista filocurdo sulla repressione in Turchia: “la libertà è a rischio”

    La polizia turca ha arrestato 12 parlamentari del partito d'opposizione filo-curda Democrazia Popolare (Hdp). La lettera dell'attivista pro-curdo Burak Baysun

    Di TPI
    Pubblicato il 4 Nov. 2016 alle 19:24 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:37

    La polizia turca ha arrestato questa mattina dodici parlamentari del partito d’opposizione filo-curda Democrazia Popolare (Hdp), inclusi i due leader Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, posti agli arresti domiciliari, come parte di un’operazione antiterrorismo. Le forze dell’ordine turche hanno effettuato i blitz nelle abitazioni dei parlamentari, arrestandoli dopo che questi si sono rifiutati di testimoniare per reati legati alla “propaganda terroristica”.

    Qualche ora dopo l’arresto, un’autobomba ha colpito Diyarbakir, la città più grande nel sudest della Turchia, uccidendo almeno 8 persone ferendone oltre un centinaio, secondo quanto riferito dal primo ministro turco Binali Yildirim.

    Riceviamo e pubblichiamo la lettera-appello attivista pro-curdo Burak Baysun: 

    “Questo è un appello urgente per tutti i miei amici, compagni di tutto il mondo. Il regime e il partito di Erdogan al potere (AKP) si sono ormai avviati sulle orme di un fascismo “alla turca”.

    Vi chiediamo di fare tutto quanto nelle vostre possibilità. Vi chiediamo di fare del vostro meglio: questo è una richiesta di aiuto. Oggi la polizia turca ha preso in custodia undici parlamentari (ndr, successivamente è avvenuto il 12esimo arresto) dell’Hdp (Democrazia Popolare), compresi i co-presidenti Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, in raid avvenuti nel cuore della notte.

    Le case dei parlamentari e la sede del partito sono stati perquisiti, le porte erano rotte e i parlamentari sono stati arrestati con la forza.

    Negli ultimi mesi, il governo ha utilizzato il tentativo di colpo di stato del 15 luglio come un’opportunità per consolidare il suo potere, eliminando ogni singola voce di opposizione nel paese, in particolare l’Hdp, che ha fermato il progetto autoritario di un sistema presidenziale sia nelle elezioni di giugno che in quelle di novembre 2015, impedendo all’Akp di Erdogan di ottenere un numero sufficiente di seggi parlamentari per apportare le necessarie modifiche costituzionali.

    Circa 30 sindaci curdi eletti democraticamente sono in prigione e circa 70 di loro sono stati esautorati dal governo centrale.

    La libertà di espressione è stata quasi del tutto compromessa. Attraverso decreti governativi con forza della legge, oltre 170 mezzi di comunicazione sono stati vietati. Più di 130 giornalisti sono in carcere, tra cui anche alcuni autori e intellettuali di fama mondiale.

    Più di recente, due agenzie di stampa curda e diversi quotidiani curdi sono stati chiusi e il capo-redattore, editorialista e giornalista del giornale del pro-Republican People Party (Chp) Cumhuriyet è stato arrestato. Molti accademici sono sotto inchiesta penale per aver firmato una petizione di pace.

    Amici da tutto il mondo, questi sono giorni in cui abbiamo più bisogno della solidarietà internazionale. Per favore fate del vostro meglio. 

    Come membro della coalizione di sinistra e filo-curda Hdp anche io, come tutti noi, mi aspetto di poter essere arrestato in qualsiasi momento in questi giorni, e sto valutando di provare a uscire dalla Turchia nel più breve tempo possibile. Sono giorni duri. Fate del vostro meglio”. 

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