“Anziano solo sull’ottantina. Costituzione robusta. Posso fare la spesa, cucinare e prendermi cura di me stesso. Nessuna malattia cronica. Mi sono ritirato da un istituto di ricerca scientifica a Tianjin, con una pensione mensile di 6.000 yuan al mese”.
Con queste parole Han Zicheng, cittadino cinese di 85 anni, confezionava l’annuncio in cui chiedeva di essere adottato da qualcuno per non morire da solo.
“Non andrò in una casa di riposo. La mia speranza è che una persona o una famiglia di buon cuore mi adotti, mi nutra durante la vecchiaia e seppellisca il mio corpo quando sarò morto”.
Dopo la sua morte, avvenuta lo scorso 17 marzo, la storia di Han Zicheng è stata raccontata sul Washington Post dalla giornalista Emily Rauhala.
Rauhala sottolinea che Han è sopravvissuto all’invasione giapponese, alla guerra civile cinese e alla Grande rivoluzione culturale cinese, ma “sapeva di non poter sopportare il dolore di vivere da solo”.
Invecchiare in Cina
In Cina decine di milioni di cinesi stanno invecchiando senza avere supporto sufficiente.
Una delle cause di questo fenomeno, è la politica del figlio unico: una generazione di figli unici ora si deve prendere cura dei genitori, che invecchiano da soli.
Il 15 per cento dei cinesi ha più di 60 anni e, entro il 2040, quasi un cinese su quattro sarà over 60.
Nel 2013, il governo cinese ha provato a rimediare con una legge che impone ai figli di far visita ai genitori, punendo le mancate attenzioni filiali con una multa o, addirittura, con il carcere.
La Cina non è l’unico paese asiatico in cui si sta verificando questo fenomeno. Alcuni mesi fa si è diffusa la notizia che in Giappone alcuni anziani, per lo più donne, hanno scelto di farsi arrestare per fuggire dalla solitudine e dalla povertà della vita di tutti i giorni.
La storia di Han
Han aveva un bisogno disperato di compagnia.
Ai giornalisti interessati alla sua storia, aveva raccontato che la moglie era morta. Con uno dei suoi due figli, Han aveva rotto il rapporto a causa di un litigio, mentre l’altro si era trasferito in Canada nel 2003 e non poteva prendersi cura di lui.
Per questo, lo scorso dicembre Han ha preso carta e penna, ha scritto un annuncio intitolato: “Sto cercando qualcuno che mi adotti” e lo ha attaccato alla pensilina dell’autobus del suo quartiere.
Un giorno, una donna ha visto Han mentre attaccava il suo annuncio alla vetrina di un negozio. Lo ha fotografato e ha condiviso un appello sui social.
Da quel momento, il telefono dell’anziano signore ha inziato a squillare, ma trovare una famiglia non si è rivelato semplice.
Han ha rifiutato alcune offerte di adozione che non riteneva all’altezza.
A febbraio, ha iniziato a chiamare un paio di volte a settimana la Beijing Love Delivery Hotline, una linea telefonica per la prevenzione del suicidio, dedicata soprattutto alle persone anziane che sono da sole.
Nel frattempo, ha stretto un’amicizia telefonica con una studentessa di legge, Jiang Jing, che sentiva periodicamente.
L’ultima telefonata tra Han e Jiang risale al 13 marzo. Quando lei lo ha chiamato la volta successiva, ad aprile, a rispondere è stato il figlio di Han, Han Chang, rientrato dal Canada dopo la morte del padre, avvenuta il 17 marzo.
Secondo il Washington Post, il figlio era arrabbiato con suo padre per l’appello di adozione e risentito con i giornalisti per aver diffuso la notizia.
Il giovane Han ha detto che suo padre aveva mentito, che il vecchio aveva tre figli, non due, e che si prendevano cura di lui. Ma l’informazione non ha potuto essere verificata.
Il figlio ha confermato che Han si è ammalato il 17 marzo. Quel giorno ha chiamato un numero sconosciuto sul cellulare.
Alla fine, non è morto da solo come temeva, ma in un letto d’ospedale, dove non era solo.