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    Annullata la condanna a morte per il linciaggio di Farkhunda

    Una corte afghana ha annullato le condanne contro i responsabili dell'uccisione di Farkhunda, giovane donna linciata a Kabul lo scorso 19 marzo

    Di TPI
    Pubblicato il 2 Lug. 2015 alle 11:53 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:58

    Una corte d’appello in Afghanistan ha annullato la condanna a morte per quattro uomini responsabili dell’uccisione di Farkhunda, una donna di 27 anni che lo scorso 19 marzo fu linciata dalla folla nel centro di Kabul, capitale dell’Afghanistan.

    Farkhunda fu presa a sassate e bastonate. Dopo il linciaggio, il corpo della donna fu prima schiacciato da un’automobile, poi dato alle fiamme e gettato via in un fiume di Kabul. Gli agenti di polizia non avrebbero mosso un dito mentre Farkhunda veniva picchiata, secondo le ricostruzioni delle autorità.

    La donna era stata aggredita perché era stata falsamente accusata di aver dato fuoco a una copia del Corano. Secondo le testimonianze di un poliziotto, Farkhunda stava discutendo con un mullah, rimproverandolo per la vendita di amuleti nella moschea, una pratica che secondo la donna non rispettava i precetti dell’Islam. 

    Quando fu accusata pubblicamente di aver bruciato il Corano, Farkhunda rispose di essere musulmana e che, perciò, non avrebbe mai  potuto bruciato il Corano. Ma la folla inferocita non credette alla sua versione e iniziò a picchiarla.

    L’omicidio di Farkhunda non ha colpito solo lei, ma tutte le donne dell’Afghanistan: anche per questo ai suoi funerali, tenutisi il 22 marzo scorso, parteciparono migliaia di persone, tra cui diversi parlamentari del Paese. Il 23 marzo moltissime donne e attiviste scesero in piazza a Kabul per protestare contro il linciaggio di Farkhunda.

    Nel maggio 2015, in un processo di primo grado trasmesso anche dalle tv afghane, quattro uomini furono condannati a morte per l’omicidio di Farkhunda, altri otto a 16 anni di prigione e undici poliziotti a un anno di prigione per non essere intervenuti.

    Il 2 luglio, in un processo a porte chiuse, la corte d’appello afgana ha annullato la sentenza. È stato scagionato anche Omran, il custode del tempio che litigò con Farkhunda e che istigò la folla al linciaggio.

    I familiari e numerosi attivisti hanno espresso la loro delusione per questa decisione. L’attivista per i diritti delle donne Wazhma Frogh ha detto che se Omran sarà liberato si sentirà “oltraggiata”.

    “Farkhunda è stata uccisa perché è una donna”, dice Frogh alla Bbc. “I giudici hanno trattato il suo caso con leggerezza. In Afghanistan non sono solo i Talebani a opprimere le donne, è tutto il sistema”.

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