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    Chi ha tradito Anna Frank? Un nuovo libro rivela l’identità del delatore del nascondiglio segreto

    Secondo le prove emerse nel libro a tradire Anna Frank e la sua famiglia sarebbe stata proprio una donna ebrea che collaborava con i nazisti

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 25 Mag. 2018 alle 15:55 Aggiornato il 31 Mag. 2023 alle 09:08

    Chi ha tradito Anne Frank? Chi ha denunciato la sua presenza, e quella dei suoi familiari, nell’edificio di Prinsengracht 263, causandone l’arresto e la successiva deportazione da parte delle SS nell’agosto del 1944?

    Il mistero di come la famiglia Frank fu scoperta nel nascondiglio segreto ad Amsterdam non è ancora stato risolto: le teorie che sono state formulate negli anni non sono mai riuscite ad arrivare a una risposta certa.

    Il mattino del 4 agosto 1944, attorno alle 10, la Gestapo fece irruzione nell’alloggio segreto, in seguito a una segnalazione da parte di una persona che non è mai stata identificata.

    Le prove all’interno di questo libro hanno portato a una nuova identità del delatore: Anna Frank e i suoi familiari furono traditi da una donna ebrea, giustiziata dopo la seconda guerra mondiale per aver collaborato con i nazisti.

    Il collaboratore ebreo dei nazisti che ha svelato il nascondiglio dei Frank sarebbe Ans van Dijk.

    Il coinvolgimento di Ans van Dijk, che fu giustiziata nel 1948 dopo aver ammesso di aver collaborato alla cattura di 145 persone, tra cui il fratello e la sua famiglia, era stato già sostenuto in precedenza da altri studiosi.

    Ma il museo e il centro di ricerca della Casa di Anna Frank non sono stati in grado di giungere a nessuna conclusione certa, nonostante le indagini della polizia.

    Le recenti dichiarazioni sono state fatte nel libro di Gerard Kremer, 70 anni, figlio di un membro della resistenza olandese che portava lo stesso nome, e conoscente dell’accusata Van Dijk.

    Secondo quanto sostenuto nel libro, Kremer Sr, che morì nel 1978, era il custode di un edificio sul retro di Prinsengracht, sul Westermarkt di Amsterdam, due piani dei quali furono occupati dalle autorità tedesche e dall’organizzazione nazista olandese del NSB durante l’occupazione dei Paesi Bassi.

    Si sostiene che Van Dijk, dopo il suo arresto nella domenica di Pasqua del 1943 dal servizio di intelligence nazista, il Sicherheitsdienst, divenne una frequentatrice abituale dell’edificio, anche se sotto mentite spoglie.

    Nel libro si legge che all’inizio dell’agosto del 1944, Kremer sentì Van Dijk prendere parte alle discussioni negli uffici nazisti sull’edificio di Prinsengracht, dove la famiglia Frank si nascondeva.

    La famiglia Frank fu arrestata il ​​4 agosto, mentre Van Dijk sarebbe partita per L’Aja.

    Anna Frank era rimasta nascosta per due anni nell’edificio, insieme al padre Otto, la madre Edith e la sorella Margot.

    La quindicenne, dopo l’arresto, fu mandata nel campo di concentramento di Westerbork e ad Auschwitz prima di finire a Bergen-Belsen, dove morì nel febbraio del 1945 di tifo.

    Il suo diario racconta il periodo della clandestinità tra il 1942 e il 1944.

    Una portavoce della Anna Frank House ha dichiarato: “Consideriamo il libro di Gerard Kremer come un omaggio ai suoi genitori, basato su ciò che ricorda e ha sentito. Nel 2016, la Casa di Anna Frank ha condotto ricerche sull’arresto della famiglia Frank e sulle altre quattro persone nascoste nell’annesso segreto”.

    “Ans van Dijk è stata inclusa come potenziale traditrice in altri studi. Non siamo stati in grado di trovare prove a sostengo di questa teoria, né di altre teorie del tradimento”.

    Simone van Hoof, portavoce della casa editrice del libro, la Lantaarn, ha affermato: “Non possiamo affermare che questa sia la risposta al 100 per cento, ma pensiamo davvero che sia una parte del puzzle che potrebbe essere in grado di completare la storia”.

    Dopo la guerra, Van Dijk si trasferì a L’Aja, dove fu arrestata a casa di un amico il 20 giugno 1945.

    Due anni dopo fu accusata di 23 casi di tradimento e portata al tribunale speciale di Amsterdam, dove confessò e fu condannata a morte.

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