Due investigazioni, una del Time e una dell’agenzia Reuters, hanno provato che il conflitto siriano, con gli oltre 100mila morti e due milioni di rifugiati, è strettamente connesso al rapido ed esponenziale aumento dell’esportazione e del consumo di alcune sostanze stupefacenti, una fra tutte il Captagon.
Il suo componente principale è la fenitillina. È facile da preparare, con ingredienti semplici e legalmente reperibili, ma soprattutto è economico e il costo di una pasticca in Siria oscilla tra i 7 e i 15 euro. Anche se il Captagon è quasi del tutto sconosciuto nel mondo occidentale, ha un’ampia diffusione in tutto il Medio Oriente. Libano, Kuwait, Emirati Arabi ma soprattutto Arabia Saudita, dove vengono consumate circa 55 milioni di pillole all’anno, circa il 10 per cento della produzione totale.
Nato come farmaco per curare deficit dell’attenzione, narcolessia, iperattività e depressione, è stato poi messo al bando in molti Paesi a metà degli anni Ottanta, poiché accusato di creare eccessiva dipendenza.
La produzione è rimasta però attiva per il mercato illegale e si concentrava nella Valle della Bekaa, in Libano. Come messo in luce dalle due inchieste, è stato così fino al 2011, quando la produzione siriana ha iniziato a superare quella libanese, facendola diminuire, nel 2013, di quasi il 90 per cento.
Le capsule di Captagon, nascoste in container e camion, passano ora illegalmente dai porti della Siria a quelli del Libano, per finire sul mercato dei ben più ricchi Paesi del Golfo.
Come sottolineato da un report dell’Unodc, l’ufficio delle Nazioni Unite contro droga e crimine, la Siria è sempre stata crocevia di passaggio per il traffici di droga tra Europa, Turchia e i Paesi dell’area mediorientale. Il suo nuovo primato nella produzione è però dovuto all’aggravarsi della guerra civile, che come sua conseguenza fa venir meno nel Paese qualsiasi forma di controllo e di ordine da parte della polizia e delle istituzioni. La mancanza di lavoro e la povertà dilagante spingono poi parte della popolazione civile a cercare qualche guadagno nella produzione artigianale di questo tipo di droga.
Lo scorso anno le pasticche di Captagon prodotte in Siria avrebbero generato un guadagno di milioni di dollari e, anche se mancano prove concrete a proposito, è altamente probabile che questi profitti vengano utilizzati per garantire il rifornimento di armi e munizioni ai ribelli. La pensa così il colonnello Ghassan Chamseddine, il capo dell’unità narcotici del Libano, che ha rivelato al Time il suo forte sospetto che i guadagni derivati dalla vendita di Captagon siano stati incanalati, almeno in parte, per finanziare i combattenti anti-Assad.
L’ex funzionario del Tesoro americano, Matthew Levitt, ha dichiarato allo stesso settimanale che sarebbe coinvolto in questo mercato illegale anche il gruppo armato Hezbollah, che in Siria combatte per sostenere il regime di Assad. Secondo le due fonti interpellate dal TIME, sono quindi coinvolti nel fenomeno entrambi gli schieramenti, che ora si accusano a vicenda di alimentare la guerra tramite la produzione e lo spaccio dell’anfetamina e del conseguente acquisto di armi.
Anche il consumo di Captagon è cresciuto esponenzialmente in Siria. I combattenti lo utilizzano per sopportare il peso e la fatica, fisica e psicologica, degli attacchi nemici e per accrescere la voglia di combattere.
Come per gli altri tipi di anfetamine il Captagon procura un generale e prolungato effetto di euforia. La loquacità, il non sentire il bisogno di dormire e di mangiare ma, al contrario, la sensazione di energia sono i principali effetti di questa sostanza. Effetti che spingono ribelli e soldati del regime – con l’eccezione dei gruppi connessi ad al-Qaeda che seguono le severe regole della legge islamica – a farne uso. Alcuni di loro hanno dichiarato al Time che il consumo è massiccio, soprattutto durante i combattimenti notturni e in particolari situazioni di guerriglia.
Un agente del controllo anti droga ad Homs ha dichiarato all’agenzia Reuters che i dimostranti e i ribelli sotto l’effetto del Captagon che vengono fatti prigionieri non possono essere interrogati prima di 48 ore. ” Potremmo picchiarli, ma riderebbero sotto i colpi perché non sentono il dolore”.
Il dato più allarmante è che gli stessi effetti che spingono i combattenti a fare uso di Captagon attirano anche la stremata popolazione. Secondo medici e psicologi il consumo dell’anfetamina, insieme a quello dell’hashish, si sta infatti velocemente diffondendo anche tra i civili, soprattutto i più giovani, che cercano distrazioni dalle atrocità della guerra, che va avanti ormai da quasi tre anni.