Sembra uno slogan leghista, invece i manifesti sono stati affissi su alcuni furgoni che dallo scorso lunedì hanno attraversato i quartieri di Londra in cui si registra il più elevato numero di immigrati irregolari. “Andate a casa o sarete arrestati”, dice la pubblicità. Ai clandestini è offerto il servizio di consulenza gratuita e assistenza nella preparazione dei documenti da viaggio.
Al momento la campagna riguarda solo sei distretti della capitale, ma in caso di successo potrebbe essere estesa a livello nazionale. I cartelloni pubblicitari riportano anche il numero di immigrati clandestini arrestati di recente in zona.
La provocazione, lanciata dal Ministero dell’Interno britannico, ha suscitato polemiche persino all’interno della coalizione di governo.
I Liberaldemocratici, alleati dei conservatori di Cameron attualmente al governo, hanno reagito furiosamente all’iniziativa, e il presidente del partito Tim Farron ha condannato i poster e la “politica di divisione” di cui si fanno promotori, aggiungendo che dovrebbero essere “triturati immediatamente”.
La campagna ha richiamato anche la critica inaspettata dell’Ukip.”Credo che il tono dei cartelloni pubblicitari sia brutto, sgradevole” ha dichiarato il leader Nigel Farage, il quale ha detto in un programma televisivo che i manifesti sono stati una risposta diretta alla rimonta del suo partito nei sondaggi.
“È anche un diversivo: il vero problema non è l’immigrazione clandestina. Il vero problema è che il 1° gennaio del prossimo anno apriremo le nostre frontiere alle persone 28 milioni di persone provenienti dalla Bulgaria e dalla Romania” ha aggiunto Farage.
Il ministro per l’Immigrazione, il conservatore Mark Harper, ha detto che la campagna pubblicitaria si propone di incoraggiare gli immigrati clandestini a lasciare volontariamente il Paese e di far diminuire il numero di coloro che vengono portati via in manette.
Un portavoce del Ministero dell’Interno ha sottolineato che “I rimpatri volontari sono il modo più economico ed efficace per rimuovere i clandestini e risparmiare i soldi dei contribuenti” aggiungendo che “questa campagna si basa sul lavoro del governo sul rimpatrio volontario, che ha visto più di 28 mila partenze volontarie dello scorso anno”.
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