Il sindaco di Sisco, in Corsica, ha vietato di indossare il burkini dopo violenti scontri tra alcuni abitanti dell’isola e tre famiglie musulmane.
Si tratta del terzo sindaco francese a emettere una simile ordinanza.
Nelle violenze, esplose su una spiaggia corsa, quattro persone sono rimaste ferite tra cui una donna incinta. La polizia antisommossa è dovuta intervenire per fermare una folla di almeno 200 persone che urlava contro alcune famiglie nordafricane “questa è la nostra casa”.
Non c’è stata alcuna conferma da parte della polizia del fatto che qualcuno sulla spiaggia indossasse un burkini al momento degli scontri, ma il sindaco socialista, Ange-Pierre Vivoni, ha detto che i burkini sarebbero stati vietati nella zona. Si tratta del primo sindaco di sinistra a vietare i burkini, e descrive la misura come necessaria per “proteggere la popolazione”.
Gli scontri hanno evidenziato profonde tensioni in Corsica per la presenza di immigrati di origine nordafricana.
I testimoni hanno raccontato al quotidiano Le Monde che un uomo musulmano si era lamentato del fatto che qualcuno avesse scattato una foto alla moglie in spiaggia. Da lì è nato un alterco degenerato in altre violenze.
In seguito all’episodio, una grande folla si è riunita a Bastia, a una ventina di chilometri da Sisco, cercando di entrare nel quartiere Lupino, che ospita una grande comunità nordafricana. “Stiamo andando lì, perché questa è la nostra casa” ha urlato la folla. Un cordone della polizia ne ha impedito l’ingresso.
Tensioni simili si erano già verificate in Corsica, dove nel mese di dicembre una folla ad Ajaccio aveva commesso atti di vandalismo contro una sala di preghiera musulmana.
Il divieto di indossare il burkini è stato già emesso dai sindaci di Cannes e di Villeneuve-Loubet.
Il burkini è un costume da bagno femminile che copre tutto il corpo, tranne viso, mani e piedi, indossato dalle donne musulmane. È stato disegnato secondo i dettami dell’Islam, ma permette comunque alla donna di nuotare di fatto vestita.
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