Alcuni scienziati britannici hanno sperimentato un nuovo tipo di analisi del sangue capaci di aiutare i medici a scegliere la cura più adatta a ogni singola persona che soffre di depressione.
In questo modo, i pazienti potrebbero evitare lunghi mesi di cure costose e prive di effetto, arrivando a una complessiva personalizzazione dei trattamenti.
Il Royal College of Psychiatrists, la principale organizzazione di psichiatria del Regno Unito, definisce la potenziale scoperta il “santo graal” della psichiatria. Questa, infatti, accelererebbe la comprensione delle cause biologiche della depressione e renderebbe le terapie sempre più specificamente adattabili al paziente.
I ricercatori del King’s College di Londra che hanno sviluppato il test affermano che “Il test predice accuratamente se il paziente risponde o meno alla somministrazione di antidepressivi misurando i marcatori di infiammazione del sangue: più sono alti e più elevata è la loro resistenza”.
In Regno Unito, un sesto della popolazione soffre o ha sofferto di depressione e in un anno vengono spesi 61,5 milioni di sterline in medicinali. Tuttavia, circa la metà dei pazienti non ne trae alcun beneficio.
Allo stato attuale è impossibile determinare coloro che possono prendere medicinali con efficacia e chi dovrebbe invece cambiare metodo di cura. Per verificarne i primi effetti devono passare almeno tre mesi e, a volte, gli antidepressivi hanno effetti collaterali più o meno gravi.
I pazienti più resistenti dovrebbero quindi essere sottoposti a cure più aggressive, spesso combinate con antinfiammatori.
I medici suggeriscono comunque di evitare la prescrizione di farmaci quando non necessaria e consigliano di combinarli con terapie alternative più prettamente psicologiche.