Secondo quanto reso pubblico oggi da un comitato speciale per la Difesa della House of Commons, ramo più basso del parlamento inglese, il 39% delle nuove reclute dimostra di avere capacitá di lettura paragonabili a quelle di un bambino di undici anni. Quasi il 4% si ferma addirittura alle abilitá di un bimbo di appena sette anni. I nuovi entrati nell’esercito non si dimostrano più brillanti in matematica. Il 38% infatti ha conoscenze matematiche che non vanno oltre quelle che si insegnano alle elementari.
Tra i reparti che in media hanno ottenuto i peggiori risultati spiccano la fanteria e l’artiglieria, corpi che non specificano alcun requisito particolare tra le qualifiche richieste per sporgere la domanda d’ammissione. Inoltre almeno 9,500 stranieri che servono all’interno delle forze armate inglesi richiedono corsi addizionali per la lingua. L’aviazione e la marina sembrano uscire da queste analisi relativamente bene: ogni recluta ha dimostrato di avere nozioni basilari.
All’interno del medesimo report si invita il Ministero della Difesa inglese a colmare le lacune delle nuove reclute, in quanto con l’avvento di equipaggiamenti sempre più tecnologici e sofisticati si potrebbero delineare situazioni spiacevoli. “Reclutare personale con un grado maggiore di competenza anche in questi campi potrebbe rivelarsi una strategia migliore per conseguire gli obiettivi futuri delle forze armate” conclude il report.
Tuttavia questi dati non riferiscono soltanto di una crisi interna al Ministero della Difesa inglese, e gettano ombre sull’intero funzionamento del sistema educativo britannico. Secondo Alan Smithers, direttore del Centro per la Ricerca sull’Educazione e l’Impiego dell’Universita’ di Buckhingam, il fatto che ci siano così tanti giovani che dopo le elementari sono ancora incapaci di destreggiarsi in maniera efficace con le parole e con i numeri è un dato che dovrebbe far riflettere sull’intero sistema scolastico.
I tagli al budget per la difesa rischiano di aumentare i problemi e anche il brigadiere Tony Brister, direttore dei servizi per l’istruzione e l’addestramento dell’esercito, ha espresso la sua preoccupazione in maniera schietta. “Bassi livelli di istruzione portano ad avere poca fiducia in se stessi e all’impossibilita’ di svolgere compiti che per altri vengono considerati routine”. Per Brister le statistiche dimostrano quanto ammettere personale con capacitá limitate nell’esercito sia “un cattivo investimento”.
Dal Ministero della Difesa si affrettano a minimizzare le proprie colpe, facendo sapere che l’esercito può soltanto scegliere le migliori reclute tra quelle che fanno domanda. Come a dire che se ricevessero molte più domande da Oxford e Cambridge loro non le rifiuterebbero affatto.