Il gruppo per la difesa dei diritti umani Amnesty International ha accusato la polizia delle Filippine di aver sistematicamente pianificato uccisioni extragiudiziali durante la controversa guerra alla droga avviata dal presidente Rodrigo Duterte.
In un rapporto diffuso il 31 gennaio 2017 Amnesty afferma che gli omicidi potrebbero rappresentare “crimini contro l’umanità” e che le forze dell’ordine hanno agito come i criminali che dovrebbero combattere, accettando denaro per commettere omicidi e compiendo diversi gravi abusi, specialmente nei confronti delle fasce più svantaggiate della società.
Ernesto Avella, il portavoce del presidente, ha difeso le forze di polizia dichiarando che lo stato non ha sponsorizzato alcuna uccisione extragiudiziale e che ciò è stato dimostrato da un’inchiesta condotta dal senato filippino.
Oltre 7mila persone sono state uccise da quando Duterte si è insediato il 30 giugno 2016. La guerra alla droga è stata sospesa a fine gennaio dopo il rapimento e l’assassinio da parte di alcuni agenti di polizia di un uomo d’affari sudcoreano. Il capo della polizia Ronald Dela Rosa ha annunciato che le unità antidroga saranno dissolte e che i ranghi delle forze dell’ordine saranno ripuliti dagli elementi corrotti.
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