Più di mille persone accusate di sostenere il gruppo estremista Boko Haram in Camerun sono detenute in basi militari e prigioni, spesso senza alcuna prova della loro colpevolezza, e decine di loro stanno morendo di malattie, malnutrizione e tortura, denuncia Amnesty International.
Da quando un’offensiva regionale dell’anno scorso ha espulso Boko Haram dalla maggior parte delle sue roccaforti, i miliziani islamisti hanno lanciato una campagna di guerriglia che colpisce soprattutto i civili. In Camerun, decine di ragazze adolescenti hanno compiuto attentati suicidi.
Ma secondo Amnesty il giro di vite del governo e delle forze di sicurezza sui membri del gruppo estremista ha dato luogo ad abusi sulla popolazione civile nella regione settentrionale del paese.
“Non si parla necessariamente di combattenti di Boko Haram ma anche di persone ordinarie che per caso si sono trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato”, ha dichiarato la ricercatrice di Amnesty Ilaria Allegrozzi. “Persone innocenti pagano il prezzo della lotta contro Boko Haram”, ha aggiunto.
Molte persone sono imprigionate in centri di detenzione illegali nelle basi militari delle forze armate camerunensi prima di essere trasferite nelle prigioni ufficiali, riferisce un rapporto compilato da Amnesty.
Molti detenuti hanno raccontato di essere stati torturati e picchiati con bastoni, fruste e machete, a volte fino a perdere coscienza.
“Due prigionieri sono stati picchiati così selvaggiamente che sono morti di fronte a noi”, ha riferito un uomo di 70 anni. “I soldati li hanno presi a calci, schiaffeggiati violentemente e colpiti con dei bastoni di legno”.
Nella prigione principale di Maroua, il capoluogo della regione settentrionale, tra le sei e le otto persone muoiono ogni mese a causa della sporcizia e del sovraffollamento delle celle dove la malnutrizione è diffusa.
I detenuti sospettati di sostenere Boko Haram che sono portati di fronte al tribunale rischiano di essere condannati a morte senza che ci siano prove sufficienti della loro colpevolezza.
Il tribunale militare di Maroua ha comminato la pena capitale a oltre cento persone nel corso dell’ultimo anno, anche se nessuna di loro è stata giustiziata.
La maggior parte degli imputati sono giudicati in base alla legge anti-terrorismo del 2014 che i gruppi in difesa dei diritti umani giudicano vaga e ambigua.
Un 27enne è stato arrestato dopo aver inviato un SMS ai suoi amici nel quale scherzava sul reclutamento di laureati da parte di Boko Haram e rischia ora la condanna a morte.