Un rapporto diffuso da Amnesty International martedì 5 luglio 2016 offre per la prima volta la possibilità di esaminare i crimini contrari al diritto internazionale commessi da alcuni dei gruppi ribelli armati presenti in Siria.
Il documento “La tortura è stata la mia punizione”: rapimenti, tortura ed esecuzioni sommarie sotto il governo di gruppi armati ad Aleppo e Idlib, in Siria riferisce degli abusi commessi da cinque gruppi armati: il Movimento Nour al-Din Zinki, il Fronte al-Shamia e la Divisione 16, che si sono uniti alla Coalizione per la conquista di Aleppo nel 2015, e Ahrar al-Sham e Fronte al-Nusra a Idlib, che si sono entrambi uniti alla coalizione chiamata Esercito della conquista sempre nel 2015.
“Ad Aleppo e Idlib”, ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma MENA di Amnesty International “gruppi armati hanno la libertà di commettere impunemente crimini di guerra e altre violazioni del diritto umanitario internazionale”.
Secondo Amnesty, alcuni di questi gruppi godono del sostegno di paesi come il Qatar, l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti, nonostante vi siano le prove del fatto che violino le leggi di guerra, e invita i membri del Gruppo internazionale di supporto alla Siria a fare di più per indurre questi gruppi a cessare gli abusi.
Corti islamiche
Alcuni di questi gruppi, come il Fronte al-Nusra, il Fronte al-Shamia e Ahrar al-Sham, hanno creato dei sistemi giudiziari che applicano la Sharia nelle aree sotto il loro controllo, istituendo procure, forze di polizia e centri di detenzione, e nominando giudici che spesso non hanno in realtà alcuna conoscenza della legge islamica. Il Fronte al-Nusra e Ahrar al-Sham applicano una versione letterale della Sharia comminando punizioni che sono considerate atti di tortura.
Sequestri
Il rapporto documenta 24 casi di rapimenti commessi da gruppi armati nelle province di Aleppo e Idleb tra il 2012 e il 2016.
In almeno cinque casi, datati tra il 2014 e il 2015, al-Nusra e il Movimento Nour al-Din Zinki hanno torturato le persone sequestrate. Vale la pena notare, sottolinea il documento, che le tecniche di tortura sono le stesse utilizzate dal regime di Assad.
Attivisti, minoranze e ragazzi
Tra le persone minacciate, rapite e torturate ci sono anche giornalisti e attivisti che hanno criticato pubblicamente la condotta dei gruppi armati o persone che sono state accusati di offendere in qualche modo la sensibilità islamica, o altri ancora che hanno manifestato credenze religiose o opinioni politiche contrarie a quelle del gruppo armato al potere.
Un avvocato di Idlib ha dichiarato: “Ero contento di essere libero dall’iniquo governo del regime siriano, ma adesso la situazione è anche peggiore”.
Amnesty International ha documentato il rapimento di almeno tre ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni da parte di al-Nusra e Ahrar al-Sham, tra il 2012 e il 2015. Due di loro risultano ancora scomparsi.
Tra gli obiettivi ci sono minoranze etniche e religiose come i curdi del quartiere Sheikh Maqsoud di Aleppo, e sacerdoti cristiani.
Esecuzioni sommarie
Si hanno prove di esecuzioni sommarie perpetrate dal Fronte al-Nusra e dal Fronte al-Shamia e comminate dai loro tribunali.
Tra le persone giustiziate ci sono un ragazzo 17enne accusato di essere gay e una donna accurata di adulterio, oltre a membri delle forze armate siriane o delle milizie filogovernative e miliziani dell’Isis catturati. Si ha anche notizia di esecuzioni avvenute in pubblico.
Nel corso degli ultimi cinque anni, Amnesty International ha documentato crimini di guerra e crimini contro l’umanità su larga scala commessi dal regime siriano. Ma ha anche documentato gravi violazioni, inclusi crimini di guerra, commessi dal sedicente Stato islamico e da altri gruppi armati.
“È della massima importanza che la Russia, gli Stati Uniti e l’inviato speciale dell’Onu per la Siria diano priorità alla questione della detenzione da parte delle forze governative e dei sequestri da parte dei gruppi armati durante i colloqui di Ginevra”, ha dichiarato Luther.
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