Nel 2020 l’ambasciatore Attanasio e la moglie avevano vinto il premio Nassiriya per la pace
Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano di 44 anni morto in un’imboscata in Repubblica Democratica del Congo, a ottobre 2020 aveva ricevuto insieme alla moglie, Zakia Seddiki, il premio Nassiriya per la Pace a Camerota, in Campania. Nel corso della sua carriera il giovane diplomatico aveva sempre mostrato attenzione per lo sviluppo di progetti umanitari e per il mantenimento della pace (qui la sua biografia).
L’onorificenza gli era stata conferita “per il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli” e “per aver contribuito alla realizzazione di importanti progetti umanitari distinguendosi per l’altruismo, la dedizione e lo spirito di servizio a sostegno delle persone in difficoltà”.
Luca Attanasio, l’impegno per la pace
Prima del suo primo incarico in Africa, ad Abuja nel 2015, Attanasio era stato Capo Segreteria della Direzione Generale Mondializzazione e Questioni globali. Dal 2017 era capo missione a Kinshasa. Dal 31 ottobre 2019 era stato confermato in Sede in qualità di Ambasciatore Straordinario Plenipotenziario accreditato in RDC, dove stava portando a termine numerosi progetti umanitari al fianco dei circa mille cittadini italiani residenti nel Paese del Centro Africa.
In un’intervista rilasciata al conduttore di La7 Diego Bianchi nel 2018, aveva parlato degli italiani in Congo come “migranti economici in cerca di un futuro migliore”, che a partire dalla fine della seconda guerra mondiale erano emigrati nel nord del Congo per approfittare della fertilità dell’area e sviluppare attività agricole.
Ma il suo impegno non si fermava al sostegno dei compatrioti in Rdc. “Tutto ciò che noi in Italia diamo per scontato non lo è in Congo dove purtroppo ci sono ancora tanti problemi da risolvere. Il ruolo dell’ambasciata è innanzitutto quello di stare vicino agli italiani ma anche contribuire per il raggiungimento della pace“, aveva detto in occasione del conferimento del premio Nassiriya, a ottobre 2020.
L’impegno umanitario della moglie di Attanasio, Zakia Seddiki
“Non si può essere ciechi davanti a situazioni difficili che hanno come protagonisti i bambini, è necessario agire per dare loro un futuro migliore. Cerchiamo, nel nostro piccolo, di ridisegnare il mondo”, aveva dichiarato nella stessa occasione la moglie Zakia Seddiki, fondatrice e presidente dell’associazione umanitaria “Mama Sofia“, un’organizzazione che aiuta i bambini di strada con diversi progetti in Rdc (qui il profilo di Zakia Seddiki). Particolarmente toccante, durante la cerimonia, era stata l’interpretazione di “Mission” di Ennio Morricone da parte del parroco.
Nell’attacco al convoglio delle Nazioni Unite in Congo, insieme ad Attanasio è rimasto ucciso l’autista della vettura e il Carabiniere dell’Arma Vittorio Iacovacci.