Amazon, il gigante statunitense dell’e-commerce fondato nel 1994 da Jeff Bezos, dovrà pagare al Lussemburgo 250 milioni di euro di tasse.
Questa è la cifra stabilita dalla Commissione europea per restituire al Granducato quanto non versato dal 2003 a oggi sulla base di un accordo fiscale riconosciuto contrario alle regole comunitarie.
Una cifra considerevolmente più bassa rispetto ai 400 milioni che, in base ai dati raccolti dall’agenzia di stampa Reuters, la Commissione avrebbe voluto chiedere originariamente.
Margrethe Vestager, commissaria per la Concorrenza UE, ha detto: “Il Lussemburgo ha concesso vantaggi fiscali illegali ad Amazon. Tre quarti dei profitti dell’azienda americana non sono stati tassati”.
In un comunicato la Commissione ha reso noto che “l’indagine ha mostrato che il livello dei pagamenti di interessi, avallato dal regime fiscale, era stato ingigantito e non rifletteva la realtà economica”.
L’istituzione europea ha aggiunto che l’esatto ammontare delle imposte da recuperare dovrà essere calcolato dalle autorità lussemburghesi.
Amazon sta valutando di presentare appello contro la decisione perché avrebbe rispettato le regole fiscali internazionali. La dirigenza del sito di e-commerce ha affermato di non aver mai ricevuto un trattamento di riguardo da parte del governo del Lussemburgo.
L’attuale presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, primo ministro lussemburghese fino al 2013, è stato criticato più volte per avere avuto un ruolo chiave nel concedere queste agevolazioni fiscali quasi 15 anni fa.
Juncker ha sempre rispedito al mittente le accuse, difendendo il ruolo dell’UE nell’assicurare una giusta tassazione nei paesi membri.
I dipendenti di Amazon nel Granducato, che conta mezzo milione di abitanti, sono 1.500 su un totale di 50mila in tutta Europa.
Nel 2016 Amazon ha registrato profitti per una cifra pari a 136 miliardi di dollari.
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