Almeno 31 persone sono morte in un naufragio al largo delle coste libiche occidentali. Tra le vittime ci sono anche alcuni minori.
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Secondo Ayub Ghasem, portavoce della Marina libica intervistato dall’agenzia Ansa, il bilancio delle vittime “è destinato a crescere”, con diversi corpi già individuati in mare. La Guardia costiera ha detto che 200 sopravvissuti sono stati riportati al porto di Tripoli.
La Libia è il principale porto di partenza per i migranti africani che partono per raggiungere l’Europa, costretti ad attraversare il Mediterraneo a bordo di imbarcazioni o gommoni scadenti e pericolosi.
Molti individui vengono tratti in salvo nel corso di operazioni di recupero e trasportati in Italia, dove dall’inizio dell’anno sono arrivati 115mila migranti, nonostante l’aumento delle imbarcazioni intercettate e riportate nel nord Africa dalla Guardia costiera libica con il supporto dell’Europa.
Il numero dei migranti arrivati in Italia via mare è in calo da luglio, ma ha conosciuto un nuovo slancio nel corso di questa settimana.
Dall’inizio del 2017 quasi tremila persone sono morte o date per disperse mentre attraversavano il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Per l’IOM (Organizzazione internazionale per le migrazioni) da quasi 20 anni il tratto di mare tra Libia e Italia rappresenta “la zona di confine più pericolosa e mortale del mondo.”