L’Ungheria è nel bel mezzo di una crisi della sua democrazia e l’Unione Europea è seriamente preoccupata per l’evolversi di alcune situazioni che vedrebbero il Paese ungherese come esempio dell’antisemitismo moderno.
Secondo il rapporto pubblicato dal Simon Wiesenthal Center, l’Ungheria e la Spagna sarebbero al primo posto come Paesi più antisemiti del panorama europeo.
La crescita dell’antisemitismo in Ungheria è rilevante e sta mettendo in imbarazzo il primo ministro Viktor Orbàn. Almeno il 20 per cento degli abitanti è composto da antisemiti militanti e il partito nazionalista Jobbik detiene il 19 per cento dei seggi in Parlamento, un dato che ha consentito ad un suo deputato, Gyongyosi Màrton, di chiedere una lista degli ebrei che occupano cariche politiche e che lavorano per le istituzioni.
“Sono un pericolo per la nazione”, ha detto Gyongyosi Màrton che crede di poter garantire la sicurezza nazionale individuando quegli ebrei che hanno rapporti con Israele. Il deputato ha anche sminuito i numeri dell’olocausto in Ungheria e si chiede se gli ebrei “Hanno ancora il diritto di parlare di quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale”.
Le sue opinioni e le sue richieste hanno destato lo sdegno di oltre 10 mila persone che si sono ritrovate di fronte al parlamento di Budapest. Alla manifestazione hanno partecipato membri di partiti diversi, compresa la destra conservatrice.
Jobbik – il terzo partito ungherese – ha come leader Gabor Vona, famoso in patria perché a volte “Indossa uniformi modellate su quelle dei fascisti delle Croci frecciate ed è paranoico su Israele”.
La questione ungherese ha messo in allarme il Parlamento Europeo che il 6 maggio ha ricevuto un documento che attesta la crisi democratica in Ungheria e che parla della nuova riforma costituzionale approvata a marzo, una riforma che concede più poteri al governo ungherese e riduce la possibilità di un intervento della corte costituzionale.
Il primo ministro Orbàn ha promesso “tolleranza zero” verso l’antisemitismo, ma in realtà non ha mai preso una posizione concreta e opposta alle manifestazioni antisemite. Una di queste manifestazioni è stata organizzata dal partito di estrema destra Jobbik, che aveva radunato cinquecento manifestanti per rendere omaggio alle “vittime del sionismo e del bolscevismo”, puntando il dito contro un presunto “complotto organizzato da Israele contro l’Ungheria”, proprio alla vigilia della quattordicesima assemblea generale del congresso ebraico mondiale.
Ma perché Viktor Orbàn non prende posizioni? Secondo El Pais, il primo ministro non prende una posizione perché si è in prossimità di nuove elezioni e il suo partito potrebbe ottenere qualche voto in più proveniente anche da quei “militanti antisemiti”. Conferma il Wall Street Journal evidenziando che Orbàn “non ha evidenziato chiaramente la distanza che separa il governo dalle frange antisemite”.
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