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    La storia di Alexandra, che si finse vittima del Bataclan e ora rischia fino a quattro anni di carcere

    Alexandra, la 32enne che ha finto di essere stata vittima dell'attentato di Parigi del 13 novembre del 2015.

    Falsa testimonianza e truffa aggravata. Questi i reati di cui la donna è accusata e per cui dovrà comparire davanti ai giudici francesi.

    Di Cristiana Mastronicola
    Pubblicato il 22 Lug. 2018 alle 18:20 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:54

    Alexandra ha 32 anni oggi e per tre anni ha finto di essere stata tra le 350 persone ferite durante il tragico attacco terroristico al Bataclan. Il suo è l’ultimo processo aperto ieri a Parigi per falsa testimonianza, ma sono almeno quindici i casi di false vittime di terrorismo al vaglio della giustizia francese.

    Qualcuno è già stato condannato. Ora tocca ad Alexandra, che ha inventato di essere stata coinvolta negli attacchi del 13 novembre a Parigi, dove persero la vita trenta persone, per ottenere fondi, come è previsto dalla legge francese.

    Ma non solo. È anche per notorietà che alcuni soggetti si sono finti vittime dell’attentato terroristico. E Alexandra, infatti, era stata protagonista di numerose interviste giornalistiche.

    Per il terzo anniversario dei tragici fatti di Parigi, la 32enne aveva addirittura posato per Afp. In quell’occasione la donna aveva indossato una corona di fiori e aveva messo in bella mostra il tatuaggio che si era fatta fare all’indomani dell’attentato.

    Fluctuat nec mergitur, oscilla ma non affonda. Quello che era diventato il motto di resilienza delle vittime dell’attentato campeggiava sulla pelle della francese, per coprire – assicurava lei – la cicatrice di sei centimetri provocata da un proiettile dei terroristi.

    Aveva architettato tutto nei minimi dettagli, Alexandra. Poi, però, qualcuno dell’associazione di cui la donna faceva parte, Life for Paris – nata proprio per dare sostegno alle vittime degli attacchi del novembre del 2015 – aveva iniziato a insospettirsi.

    Qualcosa nella sua storia non tornava. Quando Alexandra raccontava la sua testimonianza non tutti i pezzi coincidevano. Le incongruenze e i post particolarmente struggenti sui social network hanno portato i membri dell’associazione a compiere verifiche approfondite sul suo conto, fino a scoprire la verità.

    Alexandra non era presente al caffè Le Carillon quando in quel drammatico 13 novembre le pallottole dei kalashnikov dei terroristi uccidevano trenta persone.

    Come si legge anche su Le Figaro, a inchiodare la donna è stato un video della Cnn in cui Alexandra afferma di non aver mai raggiunto i suoi amici al caffè Le Carillon e di essersi così salvata per miracolo. Sono stati gli stessi membri dell’associazione, le altre vittime del Bataclan – quelle vere – a denunciare la donna.

    Falsa testimonianza e truffa aggravata. Questi i reati di cui è accusata Alexandra e per cui dovrà comparire davanti ai giudici francesi il prossimo 2 ottobre. Rischia da due a quattro anni di carcere.

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