I combattenti ribelli siriani si preparano a lasciare Aleppo est, riconquistata dalle forze governative con l’aiuto dell’esercito russo. L’accordo per permettere ai ribelli di essere evacuati dalla città potrebbe porre fine a quattro anni di combattimenti nella città siriana.
I bus del governo sono già in città, ma le operazioni di evacuazione sono in ritardo.
La Russia, alleato chiave del presidente Bashar al-Assad, ha detto che l’operazione militare si è definitivamente conclusa martedì 13 dicembre, con la vittoria delle forze governative sui ribelli che controllavano la città da quattro anni.
Secondo le Nazioni Unite, almeno 82 civili sono stati uccisi dalle forze governative, dopo la fine dei combattimenti.
“Secondo le informazioni che abbiamo ricevuto nelle ultime ore, le azioni militari ad Aleppo orientale sono finite”, ha detto Vitaly Churkin, ambasciatore russo all’Onu, in una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Ha aggiunto che l’accordo per consentire ai ribelli di lasciare la città era stato raggiunto. Ma l’evacuazione prevista per oggi, 14 dicembre, all’alba, non è ancora iniziata.
Secondo i media di stato i ribelli dovrebbero essere evacuati attraverso il valico Ramouseh, e quindi condotti nelle aree controllate dall’opposizione nella provincia di Idlib.
La riconquista dell’area orientale della città da parte delle forze governative e la sconfitta dei ribelli rappresenta una grande vittoria, anche in termini di propaganda, per il governo del presidente Bashar al-Assad, che ora controlla praticamente tutti i maggiori centri abitati del paese. E Aleppo, la città più popolosa e centro finanziario del paese prima della guerra civile, ha un significato ancora più grande.
La sua riconquista rappresenta una vittoria non solo per Assad, ma anche per i suoi sostenitori iraniani e russi. Prima dell’intervento militare della Russia, le forze di Assad erano in estrema difficoltà.
Al momento non si può sapere quante persone si trovano nelle zone assediate, anche se l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria Staffan de Mistura ha riferito che si tratta di almeno 50mila persone.
La città, un tempo il più florido centro commerciale della Siria, è divisa in due dal 2012. A fine settembre 2016, con l’avvio dell’ultima offensiva del regime, circa 250mila civili sono rimasti assediati all’interno dei quartieri ribelli, con i beni di prima necessità – cibo e medicinali – sempre più scarsi e sotto la presenza costante dei jet siriani e russi che, secondo alcune fonti, avrebbero sganciato barili bomba e bombe al cloro.
La situazione è precipitata rapidamente negli ultimi giorni.Tra i civili rimasti ad Aleppo c’è il timore di essere arrestati e sparire nelle carceri dei servizi segreti del regime siriano.
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