L’opposizione di centrodestra in Albania è scesa in piazza sabato 16 febbraio con decine di migliaia di persone, che hanno voluto manifestare contro il premier Edi Rama, chiedendo le sue dimissioni ed elezioni anticipate.
I manifestanti hanno più volte tentato di sfondare le porte dell’edificio del governo, ma sono stati fermati dalla polizia albanese che ha utilizzato i gas lacrimogeni e i cannoni ad acqua per fermare coloro che avevano tentato di forzare l’entrate.
Almeno sei persone sono rimaste ferite. Si tratta di quattro manifestanti con problemi respiratori dovuti all’inalazione di gas lacrimogeni e di due poliziotti, che sono stati ricoverati in ospedale.
Gli incidenti sono cominciati quando alcuni manifestanti hanno lanciato bombe molotov e pietre all’ingresso dell’edificio e hanno rotto il cordone di polizia. I manifestanti scandivano: “Rama, vai via”. Sono prima saliti su un’impalcatura all’ingresso, poi hanno rotto finestre, infine una decina di loro è entrata nell’edificio e salita al primo piano.
Rama aveva annunciato venerdì che non si sarebbe trovato a Tirana durante la protesta: era atteso a Vlora, il suo collegio elettorale, per un “dialogo” con gli abitanti sullo “sviluppo della città”.
Edi Rama, 54 anni, è premier dal 2013. Il suo partito socialista ha vinto le elezioni generali del 2017 con una maggioranza schiacciante.
L’opposizione del Partito democratico (Pd, centrodestra), lo accusa di aver comprato i voti con il denaro della criminalità organizzata e di guidare il Paese in spregio alle regole del diritto. Anche le sue politiche economiche vengono contestate, in un Paese dove la povertà è diffusa, e il Pd lo paragona spesso a Nicolas Maduro.
“La situazione è fuori controllo”, ha denunciato Lulzim Basha, leader del Pd, accusando la polizia di aver permesso ai manifestanti di avvicinarsi all’edificio per “scatenare la violenza” e permettere ad Edi Rama di “accusare l’opposizione”.
Il presidente del Paese, Ilir Meta, ha rivolto un appello alla calma e ha ricordato che “i cittadini devono poter manifestare liberamente ma rispettare le istituzioni”.
“Saremo qui di nuovo giovedì 21 febbraio con una massiccia protesta contro questo governo”, ha promesso Basha in un’intervista all’Associated Press.
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