Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    L’Albania si gioca l’accesso all’Unione Europea sulla riforma della giustizia

    Domani il governo albanese sarà messo alla prova con la riforma della giustizia: se dovesse aprirsi la crisi, potrebbe subentrare un esecutivo tecnico

    Di Michele D'Alessio
    Pubblicato il 20 Lug. 2016 alle 15:11 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:41

    Sono giorni caldi per l’Albania. Domani 21 luglio presso il
    Parlamento di Tirana verrà discussa la riforma della giustizia, argomento
    particolarmente importante perché inserita da Bruxelles tra le condizioni necessarie per l’entrata nell’Unione Europea. 
    La situazione è molto delicata perché si tratta di una riforma invasiva
    del sistema costituzionale albanese, dal momento che potrebbe comportare la
    modifica di circa un terzo del dettato statutario e di altri quaranta testi
    normativi.

    Inoltre, per attuarla è necessaria una maggioranza
    qualificata, di conseguenza il nuovo sistema giudiziario per vedere la luce ha
    bisogno di un accordo tra i due principali schieramenti politici.

    In questi giorni il capo del governo e presidente del
    Partito Socialista d’Albania Edi Rama siede al tavolo con il leader
    dell’opposizione di centrodestra, Luzlim Basha. Questi incontri vedono la
    presenza di Donald Lu, ambasciatore degli Stati Uniti a Tirana, e di Romana
    Vlahutin, capo delegazione dell’Unione Europea, in quanto figure in grado di
    garantire un monitoraggio alla conformità delle operazioni.

    Allo stato attuale la situazione è molto confusa, e appare
    arduo sbilanciarsi su una svolta positiva. Ilir Meta, presidente del Parlamento
    albanese e principale alleato di Rama, ha proposto un compromesso legato alle
    sue dimissioni e a quelle dei ministri del governo in carica, cedendo lo spazio
    ad un esecutivo tecnico, che potrebbe tradurre il progetto di riforma in
    realtà. Mentre l’ex pittore-sindaco di Tirana Rama
    ha dichiarato nelle ultime ore che “se non passa la riforma della
    giustizia si torna alle urne”.

    Maggioranza e opposizione si sono scontrati a proposito del
    ruolo dei mediatori internazionali, in particolare sulle proposte giunte dai
    rappresentanti diplomatici americani, che premono affinché la riforma possa essere
    un compromesso in grado di accontentare i due schieramenti politici. La
    minoranza però ha rigettato questo invito ritenendo che gli esperti stranieri
    non abbiano la competenza per intromettersi negli affari costituzionali
    albanesi.

    Tale riforma è centrale per l’Albania per alcune
    ragioni. In primis, il 91 per cento della popolazione si è detta favorevole a
    questa svolta dal momento che il sistema giudiziario albanese non è ritenuto affidabile.
    Inoltre, un cambiamento del genere costituirebbe la chiave per aprire la
    porta dell’Europa. Senza la riforma, l’Albania perderebbe la possibilità di
    entrare nella fase riguardante i negoziati per l’adesione e quindi sarebbe
    costretta quantomeno a ritardare l’ingresso nell’Unione.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version