Sono giorni caldi per l’Albania. Domani 21 luglio presso il
Parlamento di Tirana verrà discussa la riforma della giustizia, argomento
particolarmente importante perché inserita da Bruxelles tra le condizioni necessarie per l’entrata nell’Unione Europea.
La situazione è molto delicata perché si tratta di una riforma invasiva
del sistema costituzionale albanese, dal momento che potrebbe comportare la
modifica di circa un terzo del dettato statutario e di altri quaranta testi
normativi.
Inoltre, per attuarla è necessaria una maggioranza
qualificata, di conseguenza il nuovo sistema giudiziario per vedere la luce ha
bisogno di un accordo tra i due principali schieramenti politici.
In questi giorni il capo del governo e presidente del
Partito Socialista d’Albania Edi Rama siede al tavolo con il leader
dell’opposizione di centrodestra, Luzlim Basha. Questi incontri vedono la
presenza di Donald Lu, ambasciatore degli Stati Uniti a Tirana, e di Romana
Vlahutin, capo delegazione dell’Unione Europea, in quanto figure in grado di
garantire un monitoraggio alla conformità delle operazioni.
Allo stato attuale la situazione è molto confusa, e appare
arduo sbilanciarsi su una svolta positiva. Ilir Meta, presidente del Parlamento
albanese e principale alleato di Rama, ha proposto un compromesso legato alle
sue dimissioni e a quelle dei ministri del governo in carica, cedendo lo spazio
ad un esecutivo tecnico, che potrebbe tradurre il progetto di riforma in
realtà. Mentre l’ex pittore-sindaco di Tirana Rama
ha dichiarato nelle ultime ore che “se non passa la riforma della
giustizia si torna alle urne”.
Maggioranza e opposizione si sono scontrati a proposito del
ruolo dei mediatori internazionali, in particolare sulle proposte giunte dai
rappresentanti diplomatici americani, che premono affinché la riforma possa essere
un compromesso in grado di accontentare i due schieramenti politici. La
minoranza però ha rigettato questo invito ritenendo che gli esperti stranieri
non abbiano la competenza per intromettersi negli affari costituzionali
albanesi.
Tale riforma è centrale per l’Albania per alcune
ragioni. In primis, il 91 per cento della popolazione si è detta favorevole a
questa svolta dal momento che il sistema giudiziario albanese non è ritenuto affidabile.
Inoltre, un cambiamento del genere costituirebbe la chiave per aprire la
porta dell’Europa. Senza la riforma, l’Albania perderebbe la possibilità di
entrare nella fase riguardante i negoziati per l’adesione e quindi sarebbe
costretta quantomeno a ritardare l’ingresso nell’Unione.