Alaska, soccorsi cinque italiani sulle tracce di Into the wild
Cinque turisti italiani impegnati in una escursione per raggiungere il celebre autobus di Into the wild sono stati soccorsi mentre rischiavano di congelare.
La spedizione era stata organizzata proprio per visitare i luoghi del film ispirato alla storia di Christopher McCandless, conosciuto anche come Alexandre Supertramp, morto nel 1992 nel cosiddetto “Magic bus” dopo mesi di pellegrinaggio.
Quando hanno chiesto aiuto via satellite, i cinque escursionisti avevano perso traccia del percorso madre, dove si trovava il van, e rischiavano di morire congelati: quando i primi soccorritori sono arrivati in motoslitta, la temperatura registrata era tra -15 e -12 gradi.
Secondo quanto dichiarato da Brad Randall, capo dei pompieri volontari di Tri-Valley, la richiesta di soccorso è arrivata alle 8 del mattino di sabato, ora locale, e gli escursionisti avevano già trascorso almeno una notte all’addiaccio.
Non è la prima volta che il pellegrinaggio sulle tracce di Into the wild mette in pericolo i romantici che si addentrano nel luogo dove il giovane avventuriero perse la vita nell’estate del ’92, e fino ad ora ci sono stati anche due morti: una donna bielorussa in luna di miele e un turista svizzero, entrambi annegati nel fiume Tetkanica, che attraversa il percorso dello Stampede Trial, dove si trova il van di McCandless, per 32 chilometri.
Il Teklanica è il fiume che impedì allo stesso Alexandre di fare ritorno a casa dopo i tre mesi trascorsi nell’autobus: il giovane fu costretto a tornare indietro nel rifugio perché non riuscì ad attraversare il corso d’acqua. Secondo il libro, Supertramp resistette solo un altro mese all’interno del van e morì di fame e stenti nell’agosto del 1992, quando aveva 24 anni.
L’autobus si trova ad una quindicina di chilometri di distanza dall’ingresso della riserva naturale del Denali National park.