Fonti Usa: al Baghdadi morto in un raid. Leader dell’Isis si è fatto esplodere
Abu Bakr al Baghdadi sarebbe morto durante un raid Usa avvenuto nella giornata di sabato 26 ottobre 2019 nella zona di Idlib, nel nord della Siria. Le “analisi biometriche” hanno confermato che la vittima del raid americano nel nord ovest della Siria è il leader dell’Isis. Lo sostiene una fonte militare a Fox news.
Manca ancora la conferma ufficiale, ma le fonti militari citate dai giornali americani danno poco spazio ai dubbi: il capo del sedicente Stato islamico si sarebbe fatto esplodere dopo essere stato scoperto in un compound da alcuni soldati americani.
Il presidente americano, Donald Trump, con un tweet ha annunciato una “importante dichiarazione” per le 9 del mattino a Washington (in Italia saranno le 15): “Qualcosa di molto grande è appena accaduto!”, ha scritto il capo della Casa Bianca. Si potrebbe trattare proprio dell’annuncio della morte di al Baghdadi.
Nessuna conferma, al momento, neanche dai social media e dai siti internet da sempre legati all’Isis. Tuttavia secondo Rita Katz, direttore del Site (che monitora il jihadismo sul web), le piattaforme esortano i seguaci in tutto il mondo a “continuare la jihad anche se la notizia fosse vera”. Abu Bakr al Baghdadi viene anche definito “martire della guerra santa”.
Il seguente video, pubblicato su Twitter da un giornalista siriano, è stato girato dopo il raid. Nelle immagini, si vede il presunto luogo in cui, nella notte, si è verificato l’attacco contro il leader dell’Isis:
فيديو يوضح مكان الغارات التي إستهدفت قرية باريشا بريف إدلب الشمالي ليلا برشاشات الطيران المروحي وغارات من طائرات حربية. pic.twitter.com/6tJJ7CmyKE
— Mohamad Rasheed محمد رشيد (@mohmad_rasheed) 27 ottobre 2019
Al Baghdadi morto, l’operazione Usa pianificata una settimana fa
Secondo quanto rivelano i giornali statunitensi, Trump ha approvato l’operazione contro il leader dell’Isis circa una settimana fa. Un’azione rimasta ovviamente top secret e che ha portato, nella giornata di sabato, al blitz decisivo nel nascondiglio di al Baghdadi, che si trovava in un compound a Idlib insieme ad alcuni familiari. Per localizzare la posizione esatta del califfo dello Stato islamico è stato necessario l’apporto della Cia.
Secondo al-Jazeera, alcuni droni ed elicotteri statunitensi sono decollati dalla base turca di Incirlik e hanno raggiunto Bashira, in Siria, al confine con la Turchia, intorno alle 00:40. Prima del raid, un soldato ha chiesto ai civili, in lingua araba, di lasciare la zona. Secondo alcune fonti, al Baghdadi si trovava in quel rifugio da due giorni.
Nonostante ciò, durante l’operazione sono morti tre uomini, tre donne e un minore. Sentitosi braccato, dopo un breve scontro a fuoco con i soldati americani al Baghdadi si sarebbe ucciso azionando il detonatore di un giubbotto esplosivo. Due delle mogli sarebbero rimaste uccise, probabilmente travolte dall’esplosione (una di loro potrebbe aver azionato a sua volta un giubbotto esplosivo), mentre i bambini sarebbero salvi. Il compound nel quale il leader del Califfato si rifugiava è stato distrutto.
Mentre anche alcune fonti in Iraq e Iran confermano la morte di al Baghdadi, al Pentagono si mantiene una posizione più cauta: per stabilire con certezza che il leader del califfato sia stato ucciso sarà necessario il test del Dna. Il capo delle Forze curdo siriane, Mazloum Abdi, ha elogiato l’operazione statunitense, definendola un esempio della collaborazione in fatto di intelligence con gli Stati Uniti.
La Turchia, invece, ha fatto sapere tramite il ministero della Difesa che “ha scambiato informazioni e si è coordinata con gli Stati Uniti prima dell’operazione americana per uccidere il capo dell’Isis nel nord della Siria”. Anche l’Iraq ha dichiarato di aver fornito essenziali informazioni alle truppe americane.
Alle prime ore di domenica 27 ottobre era iniziata a circolare la voce circa un’importante operazione militare americana in Siria. Da subito si era parlato della morte di “un obiettivo di alto profilo dell’Isis”, identificato poi proprio in Abu Bakr al Baghdadi.
Al Baghdadi morto, una caccia lunga 5 anni
La caccia ad al Baghdadi durava da cinque anni. Ad aprile scorso, il califfo era ricomparso in un video per la prima volta dal luglio 2014, quando fu ripreso mentre parlava alla moschea di Mosul.
Nel febbraio del 2018 diverse fonti Usa riportarono che il leader dell’Isis era rimasto ferito nel corso di un bombardamento aereo del maggio del 2017 e, a causa delle ferite, dovette lasciare la guida dell’Isis per almeno cinque mesi.
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