I Taliban hanno annunciato l’inizio della loro “offensiva primaverile” martedì 12 aprile 2016, minacciando operazioni su vasta scala contro le postazioni delle forze governative.
Il gruppo estremista punta a espellere il governo internazionalmente riconosciuto e sostenuto dalle potenze occidentali tramite attacchi suicidi e azioni di guerriglia.
Solo pochi giorni fa il segretario di stato americano John Kerry si era recato in visita a Kabul per confermare il sostegno degli Stati Uniti al governo di unità nazionale guidato dal presidente Ashraf Ghani.
L’offensiva primaverile è stata denominata operazione Omari, in memoria del fondatore dei Taliban Mullah Mohammad Omar.
I Taliban hanno diffuso una dichiarazione nella quale si legge: “La jihad contro un esercito di infedeli aggressivo e usurpatore è un obbligo divino che ricade su di noi e il nostro solo rifugio è ristabilire un sistema islamico e riguadagnare l’indipendenza”.
Tra gli obiettivi dichiarati dell’offensiva dei Taliban ci sarà l’eliminazione dei comandanti nemici nei centri urbani. “L’attuale operazione utilizzerà ogni mezzo a nostra disposizione per impantanare i nostri nemici in una guerra di attrito che minerà il morale degli invasori stranieri e delle loro milizie armate locali”, prosegue la dichiarazione.
I Taliban promettono inoltre un’amministrazione giusta nelle aree sottoposte al loro controllo (circa il 6 per cento del territorio afghano), e di evitare vittime civili e danni alle infrastrutture.
I combattimenti si erano diradati durante l’inverno, ma sono previste nuove ondate di violenza durante la primavera e l’estate. Le autorità afghane e la Nato si aspettano duri combattimenti nel corso del 2016.
Poche ore prima dell’annuncio dei Taliban, l’ambasciata americana a Kabul aveva avvertito i cittadini americani che gli insorti stanno programmando degli attacchi contro uno degli alberghi più grandi della capitale.
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