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    I talebani prendono Herat e sono vicini a conquistare Kandahar, due delle tre principali città dell’Afghanistan

    Soldati afghani a Herat dopo scontri con i talebani, il 5 agosto 2021. Credit: EPA/JALIL REZAYEE
    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 12 Ago. 2021 alle 20:00

    I talebani prendono Herat e sono vicini a conquistare Kandahar, due delle tre principali città dell’Afghanistan

    I talebani hanno annunciato di aver preso il controllo di due dei tre principali città dell’Afghanistan, al culmine di un’avanzata fulminea che li ha portati a controllare la maggior parte dell’Afghanistan settentrionale e occidentale. Poche ore dopo aver conquistato il centro strategico di Ghazni, il decimo capoluogo di provincia a essere stato occupato dai miliziani in meno di una settimana, i talebani oggi hanno anche conquistato Herat, capoluogo dell’omonima provincia, costringendo le forze governative a ritirarsi in una caserma fuori città. Il centro, situato a 150 chilometri da Kabul, era sotto assedio da settimane, difeso dal signore della guerra Ismail Khan, veterano del conflitto con l’Unione sovietica negli anni ’80. Herat aveva anche ospitato il quartier generale del contingente italiano in Afghanistan, lasciato lo scorso 8 giugno con una cerimonia di ammaina bandiera a Herat per celebrare la fine della presenza ventennale dei militari italiani nel paese.

    I talebani hanno anche annunciato di aver clamorosamente preso il controllo di Kandahar, seconda città del paese con quasi 400.000 abitanti, considerata di importanza vitale per il governo di Kabul. In precedenza oggi i talebani erano riusciti a fare irruzione nella prigione centrale della città, liberando centinaia di detenuti.

    I miliziani oggi avevano anche preso la città strategica di Ghazni, capoluogo dell’omonima provincia posizionata lungo l’autostrada che collega Kabul a Kandahar. Si trattava del decimo capoluogo conquistato da venerdì 6 agosto, quando i talebani hanno lanciato un’offensiva verso molte delle principali città del paese, assediate nelle settimane precedenti, con l’obiettivo di arrivare ad accerchiare la capitale Kabul e tornare al potere a 20 anni dall’intervento militare della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti.

    La rapidità dell’avanzata dei talebani, che hanno approfittato del ritiro delle forze statunitensi e dalla scarsa resistenza da parte delle forze governative, ha sorpreso l’amministrazione statunitense che oggi tramite la propria ambasciata a Kabul ha invitato i cittadini a lasciare il paese “immediatamente” prendendo i voli commerciali disponibili. Negli scorsi giorni gli Stati Uniti hanno chiesto ai leader politici e militari afghani di opporre maggiore resistenza all’avanzata dei talebani, che in base alle stime dell’intelligence statunitense potrebbero prendere la capitale entro 90 giorni.

    Secondo il New York Times, Washington sta tentando di ottenere garanzie dai talebani nei negoziati in corso a Doha, in Qatar, per evitare un’evacuazione della propria ambasciata come avvenuto nel 1975 a Saigon e nel 1991 a Mogadiscio. Il quotidiano riporta che il rappresentante diplomatico statunitense nei colloqui con i talebani, Zalmay Khalilzad, vuole ottenere dai leader talebani l’impegno che l’ambasciata rimanga aperta, in cambio del mantenimento di aiuti anche finanziari al futuro governo afghano.

    Oggi la Francia ha dichiarato di aver sospeso l’espulsione dei migranti afghani irregolari, dopo annunci simili da parte di Germania e Paesi Bassi. Secondo l’Onu dall’inizio dell’anno, il conflitto ha causato quasi 390.000 profughi, dei quali 5.800 sono arrivati a Kabul tra il 1° luglio e il 5 agosto.

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