L’Afghanistan torna ai talebani: cosa sta succedendo | News 19 agosto 2021
Dopo vent’anni di presenza militare occidentale, l’Afghanistan è tornato nelle mani dei talebani. Il gruppo fondamentalista islamico, che nel 2001 dava rifugio ai terroristi di Al Qaeda, cerca oggi di accreditarsi alla comunità internazionale come interlocutore responsabile e più aperto sul fronte dei diritti (sebbene abbia confermato la piena adesione alla Shari’a, la legge islamica). Ma già si segnalano diversi morti fra gli oppositori al regime scesi in piazza con la bandiera nazionale afghana: almeno cinque persone sono state uccise e una ventina sono rimaste ferite, tra ieri e oggi, durante manifestazioni a Jalalabad e Asadabad. Inoltre, si stima che 12 persone siano morte in questi giorni dentro e intorno all’aeroporto di Kabul nel tentativo di lasciare l’Afghanistan.
Sempre a Kabul, intanto, Anas Haqqani, uno dei leader degli “studenti coranici”, ieri ha incontrato Hamid Karzai, l’ex presidente afghano filo-americano, per colloqui in vista della formazione di un “governo inclusivo”. Il presidente uscente Ashraf Ghani, invece, è fuggito dal Paese e si trova ora negli Emirati Arabi Uniti. Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, al centro delle critiche per le modalità della ritirata, sostiene che sarebbe stato “impossibile un ritiro senza caos”. Intanto, proseguono le complicate operazioni di evacuazione organizzate dai Paesi occidentali: ieri è atterrato a Fiumicino un secondo volo con a bordo 85 afghani in fuga dal regime. Oggi ne arriverà un terzo che trasporta, fra gli altri, l’attivista Zaha Ahmadi. Ma è polemica politica sull’accoglienza, con il centrodestra che lancia l’allarma sul rischio di un’immigrazione di massa e sui pericoli di infiltrazioni terrostiche. Di seguito le ultime notizie aggiornate in tempo reale.
Afghanistan, le ultime notizie di oggi in diretta
Ore 23.00 – Kabul, ancora ressa all’aeroporto: 12 morti per la calca da domenica – Almeno 12 persone sono morte da domenica 15 agosto per la ressa tuttora in corso all’aeroporto internazionale Hamid Karzai di Kabul, in Afghanistan. Migliaia di persone continuano a provare a entrare nello scalo nella speranza di poter salire su un volo per l’estero.
Ore 22.00 – Erdogan: sediamoci al tavolo con i talebani – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha aperto al dialogo con i talebani, ormai tornati al potere in Afghanistan dopo il ritiro delle truppe occidentali e il crollo delle istituzioni di Kabul. “I nostri sforzi sono innanzitutto diretti alla stabilità e sicurezza dell’Afghanistan. Se sarà necessario, quando i talebani avranno nominato un governo potremmo avere degli incontri e in caso stabilire un’agenda comune”. La Turchia è presente in Afganistan dal 2002 e collabora al mantenimento della sicurezza dell’aeroporto insieme ad altri Paesi Nato dal 2015.
Ore 21.30 – Usa: 6mila persone pronte a imbarcarsi a Kabul – Almeno 6.000 persone all’aeroporto di Kabul hanno già completato le procedure burocratiche per lasciare l’Afghanistan e “presto saliranno a bordo degli aerei”. L’annuncio arriva in un briefing del portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price, secondo cui solo stasera è prevista la partenza di 20 voli. Le autorità statunitensi sono “consapevoli della congestione intorno all’aeroporto”, ha aggiunto Price, e stanno “lavorando a stretto contatto con il Dipartimento della Difesa per facilitare un accesso sicuro e ordinato” allo scalo. Il portavoce ha poi precisato che la priorità di imbarco sarà data ai cittadini statunitensi.
Ore 21.00 – Telefonata Di Maio – Guterres – Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha avuto oggi un colloquio telefonico con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, incentrato sulla situazione in Afghanistan. Lo rende noto la Farnesina. Il Ministro Di Maio ha indicato come l’immediata priorità italiana sia il completamento delle operazioni di rimpatrio dei cittadini italiani e di evacuazione umanitaria dei collaboratori afghani, dei loro famigliari e di altre persone vulnerabili. Il titolare della Farnesina ha poi confermato il sostegno agli sforzi delle Nazioni Unite nel Paese, per il mantenimento della pace e sicurezza e per fornire assistenza umanitaria, auspicando che possa essere consentito l’accesso immediato, sicuro e senza ostacoli alle agenzie ONU e ad altri attori umanitari. Nel corso della telefonata è stata ribadita la necessità di un’immediata cessazione delle violenze ed espressa profonda preoccupazione per le violazioni dei diritti umani. È stata quindi sottolineata l’importanza di favorire una soluzione politica e sostenibile, con la ripresa del dialogo e l’insediamento di un Governo inclusivo e rappresentativo, che promuova la riconciliazione nazionale e garantisca il rispetto dei diritti umani, soprattutto delle donne e delle minoranze.
Si è convenuto, infine, sull’esigenza di raggiungere una posizione unitaria della comunità internazionale nei confronti della situazione in Afghanistan e sul contributo che, a tal fine, può svolgere la piattaforma del G20, di cui l’Italia detiene la presidenza.
Ore 19.00 – G7: talebani lascino uscire stranieri e afghani – I ministri degli Esteri del G7 hanno chiesto ai talebani di “garantire un passaggio sicuro ai cittadini stranieri e agli afghani che vogliono partire”. È quanto si legge nel comunicato diffuso al termine del vertice. I ministri “hanno convenuto che i talebani devono assicurare che l’Afghanistan non diventi un rifugio per minacce terroristiche alla sicurezza internazionale”.
Ore 18.30 – Talebani: “Cina può contribuire allo sviluppo dell’Afghanistan” – Il portavoce dei talebani afghani ai negoziati di Doha in Qatar, Suhail Shaheen, ha affermato che in futuro la Cina potrebbe contribuire allo sviluppo dell’Afghanistan. A riportarlo sono i media di stato cinesi. L’osservazione di Suhail Shaheen arriva infatti durante un’intervista con la televisione di stato cinese in lingua inglese CGTN.
Ore 18.00 – Di Maio: il piano è trasferire in Italia 2.500 civili afghani – “Con gli ultimi voli atterrati a Roma sono già arrivati in Italia più di 500 afghani, tra ex collaboratori e famiglie: il nostro piano è trasferire nel nostro Paese circa 2.500 afghani che hanno collaborato negli anni con le Istituzioni italiane”. Così, secondo quanto apprende Ansa, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio al G7 esteri. “Gli afghani, in particolare le donne e le ragazze, hanno combattuto e pagato un prezzo alto per far progredire le loro condizioni e noi li abbiamo sostenuti in questo sforzo: non possiamo ora permetterci battute d’arresto sui progressi compiuti in materia di diritti umani e libertà civili”, ha aggiunto Di Maio, sottolineando l’importanza di “lavorare insieme per rafforzare un quadro di sicurezza regionale intorno a Kabul e prevenire qualsiasi impatto destabilizzante che rappresenterebbe una minaccia ben oltre l’area”. “In questi due decenni abbiamo avuto successo nella lotta al terrorismo in Afghanistan e dobbiamo evitare che diventi di nuovo un terreno fertile per i terroristi”, ha detto il ministro. “Questo è un chiaro esempio di un interesse condiviso che possiamo perseguire solo in stretta collaborazione con i principali attori regionali, che dobbiamo coinvolgere immediatamente e in modo coordinato”.
Ore 17.45 – Usa, Pentagono non è certo di quanti americani siano ancora nel Paese – Il Pentagono non è sicuro di quanti americani siano ancora in Afghanistan. La notizia arriva dal portavoce del Pentagono John Kirby che in conferenza stampa ha ammesso che le autorità militari statunitensi non siano attualmente in grado di quantificare la presenza di cittadini americani nel Paese. Il Dipartimento di Stato stima che ci siano tra 5mila e 10mila statunitensi in Afghanistan, ma noin possiede un elenco completo perché gli americani non sono obbligati a comunicare i propri spostamenti al governo in caso di viaggi all’estero in zone pericolose.
Ore 17.30 – Draghi sente Macron e Putin: la prossima settimana Lavrov sarà a Roma – Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto oggi due colloqui telefonici con il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e con il capo dello Stato della Federazione Russa, Vladimir Putin. Le conversazioni si inseriscono nel quadro dei contatti internazionali in corso sulla crisi in Afghanistan. Durante il colloquio tra Draghi e Macron, sono state discusse le diverse implicazioni della crisi afghana, comprese la gestione del fenomeno migratorio e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali nel Paese. Sono stati inoltre affrontati gli indirizzi che potranno informare l’azione della Comunità internazionale nei diversi contesti, quali G7 e G20, a favore della stabilità dell’Afghanistan. Nel colloquio con Putin invece Draghi ha avuto l’occasione di analizzare la situazione sul campo nel Paese asiatico e le implicazioni regionali dell’attuale crisi. Inoltre, i due leader hanno discusso del ripristino della stabilità in Afghanistan, del contrasto al terrorismo e ai traffici illeciti e della difesa dei diritti delle donne. Intanto, la prossima settimana è atteso a Roma il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che soggiornerà nella capitale dal 26 al 27 agosto. Secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, la due giorni prevede una serie di “negoziati con il ministro degli Esteri italiano, Luigi di Maio e colloqui con il premier Mario Draghi”. Inoltre, “è previsto un approfondito scambio di opinioni sull’agenda internazionale e regionale, compresa l’interazione nel G20 e altri formati internazionali, le relazioni con l’Ue e la Nato, la situazione in Ucraina, Afghanistan, Libia, Siria e la situazione nel Mediterraneo”, ha precisato Zakharova.
Ore 16.50 – Ambasciata Usa a Kabul: “Non possiamo assicurare passaggio sicuro verso l’aeroporto” – Il governo degli Stati Uniti non può garantire un passaggio sicuro all’aeroporto internazionale Hamid Karzai di Kabul. L’avvertenza arriva in una nota dell’ambasciata statunitense in Afghanistan, che ammette così di non poter assicurare l’evacuazione di civili in fuga dai talebani, che hanno riconquistato la capitale il 15 agosto 2021.
Ore 16.30 – Russia si offre di trasferire i profughi afghani in altri Paesi – “Per prevenire un aggravamento dei problemi umanitari in Afghanistan, siamo pronti a offrire i servizi dell’aviazione civile russa per portare qualsiasi numero di cittadini afghani in qualsiasi Paese che mostri interesse ad accettarli e ospitarli”. L’annuncio arriva da Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, citata dall’account Twitter ufficiale del ministero.
Ore 16.00 – Cina: “talebani più razionali, serve obiettività internazionale” – La Cina conferma di “mantenere contatti” con i talebani, definiti da Pechino “più lucidi e razionali” rispetto a 20 anni fa”, e chiede alla comunità internazionale una visione “obiettiva” nel valutare la situazione in Afghanistan. Così oggi in conferenza stampa la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, che ha ribadito come Pechino resti in contatto anche con “altre parti” nel Paese vicino. La funzionaria ha poi sottolineato i “segnali positivi” arrivati dai talebani, impegnati per un futuro “quadro politico ampio e inclusivo in linea con le condizioni nazionali” con una “politica interna ed estera moderata e prudente”.
Ore 15.20 – Talebani aprono di nuovo il fuoco contro i manifestanti a Jalalabad: 2 feriti – Un uomo e un ragazzo sono rimasti feriti oggi nella città afghana di Jalalabad – dove ieri i talebani hanno ucciso almeno 3 persone – quando gli studenti coranici hanno aperto il fuoco su alcune persone scese in strada con la bandiera nazionale del governo sostenuto dall’Occidente in occasione della festa dell’indipendenza del Paese. La notizia è stata riportata dall’emittente araba al-Jazeera.
Ore 15.00 – Biden ammette: “I talebani non sono cambiati – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ritiene che i talebani non siano davvero cambiati rispetto a 20 anni, almeno non nelle loro convinzioni fondamentali. “Penso che stiano attraversando una sorta di crisi esistenziale riguardo al fatto che vogliano essere riconosciuti dalla comunità internazionale come un governo legittimo. Non sono sicuro che lo vogliano davvero”, ha detto Biden in un’intervista alla Abc. Alla domanda diretta se il presidente creda che i talebani siano cambiati, Biden ha risposto: “No”. Al quesito successivo, il presidente americano si è poi detto convinto che i cosiddetti studenti coranici non abbiano cambiato le loro convinzioni fondamentali.
Ore 14.50 – Domani Di Maio in audizione al Copasir – Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica tornerà a riunirsi domani, venerdì 20 agosto, per l’audizione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e lunedì 23 agosto per l’audizione del direttore dell’Aise, il generale Giovanni Caravelli. È quanto riferisce in una nota il presidente del Copasir, il senatore Adolfo Urso, secondo cui le riunioni si svolgeranno alle ore 11.00 nella sede del Copasir in Palazzo San Macuto, a Roma.
Ore 14.30 – Kabul: proteste isolate anti-talebani con la bandiera nazionale – Una serie di “proteste isolate” contro i talebani sono andate in scena nelle scorse ore a Kabul, dove alcune persone hanno sventolato la bandiera nazionale del governo sostenuto dall’Occidente. La notizia è stata divulgata dalla corrispondente dell’emittente araba al-Jazeera nella capitale, arresasi il 15 agosto 2021 ai talebani. Alcune persone, comprese diverse donne, hanno sfilato per le strade urlando: “La nostra bandiera è la nostra identità”.
Ore 14.00 – Zahra Ahmadi è in salvo, la Farnesina: è atterrata a Fiumicino – Un totale di 202 afghani, tra i quali l’attivista Zahra Ahmadi e le ricercatrici della Fondazione Veronesi sono atterrati all’aeroporto di Roma Fiumicino. Lo rende noto la Farnesina in un tweet. “Il ministero degli Esteri continua il proprio impegno con operazioni di rimpatrio, rivolgendo un’attenzione speciale a chi ha collaborato per l’Italia e a chi è minacciato, come donne e giovani”.
Ore 13,00 – Mosca: “Nella valle del Panjshir resistenza ai talebani” – “I talebani ancora non controllano ancora tutto il territorio afghano” e il vicepresidente del deposto governo afghano, Amrullah Saleh, e Ahmad Massoud, stanno organizzando la resistenza ai talebani nella valle del Panjshir. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in conferenza stampa al termine dei suoi colloqui a Mosca con l’omologa libica. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti. Mosca, ha ribadito il capo della diplomazia russa, sostiene la necessità di “un’urgente transizione verso un dialogo nazionale in Afghanistan, con la partecipazione di tutte le forze contrapposte”.
Ore 12,30 – “I talebani ci danno la caccia per ucciderci”: storie di chi aveva scelto la democrazia in Afghanistan – Leggi le testimonianza raccolte da Elisa Serafini.
Ore 12,00 – Ad Asadabad almeno 2 morti e 8 feriti – È di almeno 2 morti e 8 feriti il bilancio della sparatoria ad Asadabad, dove i talebani hanno aperto il fuoco contro manifestanti che celebravano l’anniversario dell’indipendenza dal Regno Unito. Secondo testimoni, i combattenti islamisti hanno sparato dopo che un manifestante ha accoltellato uno di loro.
Ore 10,45 – Asadabad, i talebani sparano sui manifestanti: ci sono morti – Diversi manifestanti anti-talebani sono morte questa mattina ad Asadabad, città nell’Afghanistan nord-orientale. Lo riferisce l’agenzia di stampa Reuters, citando testimoni. I manifestanti sventolavano la bandiera nazionale afghana durante un corteo che celebrava l’anniversario dell’indipendenza dal Regno Unito: alcuni di loro avrebbero anche distrutto alcune bandiere talebane. Non è ancora chiaro se le vittime state uccise o se siano morte nella calca dopo che i talebani hanno aperto il fuoco. Altri episodi di violenza si segnalano nella città di Jalalabad – dove ieri i talebani hanno ucciso almeno 3 persone – e in un distretto della provincia di Paktia.
Ore 10,00 – Talebani celebrano la festa nazionale: “Sconfitti 3 imperi arroganti” – I talebani hanno celebrato oggi la festa nazionale dell’indipendenza dell’Afghanistan, proclamando la vittoria sugli Stati Uniti, considerati una “potenza forte e arrogante” e ricordando come il Paese abbia prevalso su “tre imperi arroganti”: britannico, sovietico e americano. La ricorrenza celebra il trattato di Rawalpindi del 1919 che segnò la fine del dominio coloniale britannico nel Paese. “Sia lode a Dio, oggi celebriamo l’anniversario dell’indipendenza dall’occupazione britannica, mentre, grazie a Dio e alla resistenza jihadista, abbiamo sconfitto un’altra forza potente e arrogante”, si legge in un comunicato dei talebani, divulgato su Twitter sul portavoce Zabihullah Mujahid. “Non c’è dubbio che questa vittoria divina sia stata conseguita da Dio”, prosegue la nota, sottolineando come gli afghani abbiano “sconfitto tre arroganti imperi in tre secoli”. “Facciamoci governare dal Corano e possa la pace scendere su di voi nell’emirato Islamico dell’Afghanistan”, conclude il messaggio.
Ore 09,15 – Ue, Borrell: “Il ritorno dei talebani è una catastrofe” – L’alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell, ha definito gli sviluppi in Afghanistan “una catastrofe e un incubo” e ha sottolineato che l’intelligence non è riuscita ad anticipare il ritorno al potere dei talebani. Borrell ha riferito al Parlamento europeo che un primo gruppo di 106 membri del personale Ue in Afghanistan è in arrivo via aereo a Madrid, in Spagna, e che circa 400 afgani che hanno lavorato con l’Ue e i loro familiari sono stati evacuati in Europa, ma ce ne sono altri 300 che stanno ancora cercando di raggiungere l’aeroporto di Kabul.
Ore 08,30 – Leader ribelli afghani chiede armi agli Usa: “Siamo l’ultimo baluardo della libertà” – Ahmad Massoud, leader del Fronte di resistenza nazionale dell’Afghanistan, sollecita il sostegno ai combattenti della resistenza contro i talebani in un editoriale pubblicato sul quotidiano statunitense Washington Post. Massoud sottolinea che i suoi combattenti. “Qualunque cosa accada, io e i miei combattenti mujaheddin difenderemo il Panjshir (regione dell’Afghanistan settentrionale, ndr) come ultimo baluardo della libertà afghana”, scrive Massoud. “Il nostro morale è intatto. Sappiamo per esperienza cosa ci aspetta. Ma abbiamo bisogno di più armi, più munizioni e più rifornimenti. L’America e i suoi alleati democratici non hanno in comune con noi solo la lotta al terrorismo. Ora abbiamo una lunga storia fatta di ideali e lotte condivise. C’è ancora molto che puoi fare per aiutare la causa della libertà”. Leggi l’articolo integrale.
Ore 07,45 – Ex vicepresidente Afghanistan sostiene i ribelli anti-talebani – Amrullah Saleh, vicepresidente uscente dell’Afghanistan, ha espresso “rispetto, sostegno e apprezzamento” per gli afghani che hanno protestato contro i talebani. “Saluto coloro che portano la bandiera nazionale e quindi rappresentano la dignità della nazione e del paese”, ha detto in un tweet.
Ore 05,30 – Blinken: “Discusso di evacuazione con ministri Regno Unito e Italia” – Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha affermato di aver discusso delle evacuazioni dall’Afghanistan in una serie di telefonate con i suoi omologhi del Regno Unito e dell’Italia. In una serie di post su Twitter, Blinken ha anche riferito di aver parlato con il ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan, “sui modi in cui la comunità internazionale può sostenere il popolo afghano”. “Insieme ai nostri partner internazionali, chiediamo a coloro che occupano posizioni di potere e autorità in tutto l’Afghanistan di garantire la protezione delle donne e delle ragazze e dei loro diritti”, ha sottolineato Blinken. “Controlleremo da vicino come qualsiasi governo futuro garantisca i propri diritti e libertà”.
Ore 02,00 – Fmi sospende accesso fondi ad Afghanistan – Il Fondo Monetario Internazionale ha sospeso l’accesso dell’Afghanistan alle risorse del Fmi, inclusi circa 440 milioni di dollari in nuove riserve monetarie. L’annuncio fa seguito alle pressioni del Tesoro degli Stati Uniti, che detiene una quota di controllo del Fondo, per garantire che la quota dell’Afghanistan di un’assegnazione di riserve di diritti speciali di prelievo prevista per lunedì non cada nelle mani dei talebani. “Attualmente c’è una mancanza di chiarezza all’interno della comunità internazionale riguardo al riconoscimento di un governo in Afghanistan” ha spiegato un portavoce del Fmi in una dichiarazione via e-mail.
Mercoledì 18 agosto, ore 23,45 – Biden: “Impossibile ritiro Usa senza caos” – Non c’era modo per gli Stati Uniti di lasciare l’Afghanistan senza caos. Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in una intervista con George Stephanopoulos dell’emittente Usa Abc, che verrà trasmessa in versione integrale domani. “Non credo si sarebbe potuto gestire in un modo… L’idea che in qualche modo c’è una strada per uscirne senza che ne derivi il caos, non so come possa accadere”, ha affermato il presidente. I talebani, ha riferito, “stanno cooperando, consentendo ai cittadini americani di uscire, al personale americano di uscire e alle ambasciate di evacuare. Ma stiamo avendo più difficoltà con coloro che ci hanno aiutato quando eravamo lì”. La calca di lunedì all’aeroporto di Kabul? “Abbiamo tutti visto le immagini, abbiamo visto centinaia di persone ammassate in un C-17, abbiamo visto afghani precipitare”: quando ho visto quelle immagini, dice Biden, “ho pensato che dovevamo riprendere il controllo di tutto questo. Dovevamo procedere più rapidamente, dovevamo procedere in modo da riprendere il controllo di quell’aeroporto. E lo abbiamo fatto”. Se necessario, i soldati resteranno oltre il 31 agosto? “Dipende a che punto siamo e se riusciamo a portare le evacuazioni a 7.000 al giorno”.
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