Shamsia Hassani è la street artist afghana di 33 anni che con il suo lavoro si oppone all’oppressione delle donne e attacca frontalmente i talebani. “Forse è perché i nostri desideri sono cresciuti in un vaso nero…”, si legge nel post pubblicato sul suo profilo Instagram il 15 agosto, a commento di una delle ultime opere condivise dall’artista, in cui si vede un’ombra di un talebano di fronte a una giovane ragazza con un vaso in mano.
Quel vaso si trova a terra in un altro murale, in cui la donna si trova in ginocchio davanti all’ombra nera di un uomo armato. “Death do darkness”, “morte all’oscurità”, scrive Hassan. Su twitter sono centinaia le condivisioni delle sue opere di Hassani, e su Instagram i suoi post sono virali.
Oggi, mentre continuano ad arrivare notizie di una situazione sempre più pericolosa per il civili che sono rimasti nel Paese, un collage dei graffiti dell’artista ha fatto il giro dei social, per far arrivare a tutti il grido che Hassani lancia attraverso i suoi murales. “Se le facciamo girare, sarà come dare voce a lei ed a tutte le #donneafghane che stanno vivendo l’inferno!”, si legge nel messaggio dedicato alla street artist.
Nata in Iran nel 1988, dove i suoi genitori sono emigrati dopo guerra, Shamsia Hassani è rientrata in Afghanistan nel 2005, ha studiato arte all’Università di Kabul ed è diventata professoressa associato di scultura: nel 2010 ha iniziato ad occuparsi di street art. I suoi lavori raffigurano quasi sempre donne, spesso senza bocca, a simboleggiare l’oppressione di cui sono vittime nel Paese. Le sue opere si trovano per le strade della capitale, dove oggi Hassani è nascosta. “Voglio rendere l’Afghanistan famoso per la sua arte, non per la sua guerra”, aveva affermato in un’intervista al magazine Art Radar.