Afghanistan, demolito lo storico “Cinema Park” di Kabul, simbolo della cultura moderna
A Kabul le proteste di intellettuali ed artisti non sono riuscite a fermare la demolizione del Cinema Park, da 70 anni simbolo della cultura moderna nella capitale afghana. Non sono state le bombe del conflitto a distruggere l’edificio, ma i bulldozer con cui l’amministrazione comunale ha eseguito una controversa decisione, appoggiata anche dal vice presidente afghano, Amrullah Saleh. “La struttura era diventata inutilizzabile e non poteva essere ricostruita”, ha spiegato la portavoce dell’amministrazione di Kabul, Samira Rasa. Eppure l’emittente televisiva Tolo News ha rivelato l’esistenza di una proposta commerciale presentata al Comune 10 mesi fa per realizzare un parco ricreativo al centro della capitale, che prevedeva la ristrutturazione del cinema, la costruzione di alcuni ristoranti e mercatini.
A nulla è servita la mobilitazione di artisti e intellettuali per difendere l’edificio, considerato un pilastro dell’identità della capitale e del suo patrimonio culturale, tanto che la decisione della municipalità di Kabul di abbatterlo è stata paragonata a quella dei talibani, che nel 2001 distrussero i Buddha di Bamiyan, patrimonio Unesco. Tra i manifestanti che hanno occupato la struttura prima che la polizia la facesse evacuare, Sahraa Karimi, presidentessa dell’Associazione del film afghano, capofila del movimento per salvare il simbolo culturale della capitale. “Distruggere il cinema vuol dire distruggere la nostra cultura. È una vergogna. È vandalismo culturale”, ha dichiarato in lacrime Karimi, ideatrice di un progetto di recupero dell’edificio e organizzatrice del Festival nazionale del film di Lajward, che era in programma al Park, su 15 grandi schermi, dal 21 al 30 novembre. La distruzione del Cinema Park non ha suscitato la stessa commozione nella gran parte della popolazione, assuefatto al rumore quotidiano delle armi di un conflitto che va avanti da anni, in un Paese che adesso è anche alle prese con la pandemia.
Ma con la demolizione del Cinema è stata cancellata una pagina importante della storia culturale e dei costumi dei residenti a Kabul, che in parte si stavano occidentalizzando. Costruito negli anni ’50, è diventato un luogo molto popolare solo 20 anni dopo, durante il regno di Zaher Shah, quando era molto frequentato da giovani, soprattutto in coppia, che affollavano le sue sale per vedere le ultime produzioni cinematografiche di Afghanistan, India, Iran ma anche quelle di Hollywood, riacconta l’Agi. La guerra civile scoppiata nel 1979, l’avvento dei talebani nel 1996 e l’assenza di interventi strutturali hanno danneggiato il Cinema, sempre meno frequentato dal pubblico che ha preso l’abitudine di guardare film da casa, in tv e su dvd.
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