Afghanistan, attentato contro moschea sciita nel nordest: almeno 50 morti
Almeno 50 persone sono morte in un’esplosione che ha colpito una moschea sciita nella città di Kunduz in Afghanistan nordorientale. Lo riporta Afp citando secondo fonti ospedaliere.
Nessun gruppo ha finora rivendicato l’attentato, confermato anche da Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani. “Questo pomeriggio è avvenuta un’esplosione in una moschea di nostri compatrioti sciiti”, ha detto Mujahid su Twitter, affermando che diverse persone sono morte e sono rimaste ferite. Nelle scorse settimane l’Isis, rivale dei talebani, ha rivendicato diversi attentati, tra cui uno che ha colpito una moschea nella capitale Kabul, in cui hanno perso la vita cinque persone.
Secondo quanto riportato da Afp, un medico dell’ospedale centrale di Kunduz ha detto che vi sono stati portati 35 morti e 50 feriti. Un altro ospedale gestito da Medici senza frontiere ha invece ricevuto i corpi di 15 persone.
La Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), ha dichiarato che i morti e i feriti sono stati più di 100, parlando di un attentato suicida.
“La famiglia delle Nazioni Unite in Afghanistan è profondamente preoccupata per le notizie di un bilancio molto alto di vittime in un attacco avvenuto oggi nella moschea sciita Sayyidabad, Khanabad, a Kunduz”, ha detto Unama, che ha fatto riferimento alla “inquietante serie di violenze” che negli scorsi giorni ha colpito diversi centri religiosi.
L’attentato di domenica scorsa contro una moschea a Kabul è già stato rivendicato dall’Isis-K, mentre un altro attacco contro una madrassa a Khost mercoledì scorso non è stato rivendicato da alcun gruppo. L’Isis-K, ramo afghano del gruppo terroristico che era arrivato a occupare parte della Siria e dell’Iraq tra il 2015 e il 2019, è considerato nemico dei talebani, il movimento islamista che ad agosto è tornato al potere in Afghanistan dopo il ritiro delle forze statunitensi e alleate, al termine di una guerra durata 20 anni.
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