L’11 settembre la provincia orientale di Nangarhar, in Afghanistan, è stata teatro di un nuovo attacco suicida che ha ucciso almeno 22 persone, ferendone altre 30.
L’attentatore si è fatto esplodere nella città di Jalalabad, ma l’attacco non è stato subito rivendicato da nessuno dei gruppi che operano nel paese e che più volte in passato hanno condotto operazioni simili.
Nel paese infatti sono attivi sia i talebani che i miliziani dell’Isis.
Gli attentati tra luglio, agosto e settembre
Il 5 settembre 2018 almeno 4 persone hanno invece perso la vita e altre 18 sono rimaste ferite in un attentato kamikaze contro una palestra a Kabul, capitale dell’Afghanistan.
A essere presa di mira è stata una palestra di addestramento al wrestling a Dasht-e-Barchi, un quartiere prevalentemente sciita della città. Il portavoce del ministero dell’Interno, Najib Danish, ha confermato l’attacco, condotto ancora una volta contro la minoranza sciita del paese.
Il 15 agosto 48 persone sono state uccise e altre 67 sono rimaste ferite dall’esplosione di una bomba in una scuola privata nella zona ovest di Kabul, in un quartiere a maggioranza sciita.
Altre 25 persone hanno invece perso la vita il 3 agosto in un attentato suicida vicino a una moschea sciita nella zona orientale del paese, nella città di Gardez.
Il 31 luglio invece un bus era esploso su una mina, causando la morte di 11 persone e il ferimento di altre 31 nella capitale Kabul.
Lo stesso giorno, due uomini armati hanno attaccato un edificio governativo nella provincia orientale di Nangarhar: nell’attacco sono rimaste uccise altre 15 persone.
Il 26 luglio, invece, almeno 5 persone sono morte e altre 6 sono rimaste ferite in un attentato suicida che ha colpito un convoglio di agenti dell’intelligence dell’Afghanistan, nella parte ovest di Kabul.
Quattro delle vittime erano membri della Direzione nazionale della sicurezza, il servizio di intelligence afghano. Due dei morti e alcuni dei feriti sono invece civili.
Sempre a Kabul, il 23 luglio un attacco rivendicato dell’Isis ha colpito l’aeroporto internazionale della capitale, provocando la morte di almeno 16 persone e il ferimento di altre 60. L’attacco era avvenuto poco dopo l’arrivo del vice presidente Abdul Rashid Dostum, rientrato in patria dopo oltre un anno di auto-esilio in Turchia. Tra le vittime ci sono anche un bambino e membri delle forze di sicurezza.
Il 15 luglio un attentatore suicida si è fatto saltare in aria di fronte al ministero della riabilitazione e dello sviluppo rurale sempre nella capitale Kabul: il bilancio delle vittime è stato di 7 morti e 15 feriti.
Il mese di luglio è iniziato con un attacco suicida rivendicato dall’Isis costato la vita a 12 persone nella città orientale di Jalalabad.
Record di civili morti in Afghanistan dall’inizio del 2018
Il numero di civili morti nel conflitto che ancora sconvolge l’Afghanistan ha raggiunto un livello record nei primi sei mesi del 2018, secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite.
Da gennaio a giugno sono stati registrati 1.692 morti nel paese, la maggior parte dei quali causati da attacchi militari e suicidi condotti da talebani e Stato islamico.
Il conflitto afghano va avanti dal 2001 e il numero di vittime riportato dall’Onu è il più alto mai registrato prima a partire dal 2003, da quando l’Organizzazione ha iniziato a registrare le vittime della guerra.
Nel rapporto, stilato dalla Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), si legge che il numero di morti è aumentato dell’1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Il bilancio record delle vittime era arrivato dopo uno storico cessate il fuoco stabilito tra le forze di sicurezza afghane e i talebani il mese scorso in occasione della festa di Eid al-Fitr,che segna la fine del mese del Ramadan.
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