Afghanistan, attentato durante una cerimonia pubblica a Kabul: almeno 27 morti
Si continua a morire in Afghanistan. È salito ad almeno 27 morti il bilancio dell’attacco di venerdì 6 marzo contro gli Sciiti durante una cerimonia pubblica a cui erano presenti diversi politici tra cui il capo del governo Abdullah Abdullah, che sarebbe rimasto illeso. L’attacco, oltre i decessi, ha causato almeno 29 feriti: questi i numeri forniti dal portavoce del ministero degli Interni, Nusrat Rahimi, citato dall’emittente locale “Tolo”. Al momento non ci sono state rivendicazioni dell’attentato.
Attacco in Afghanistan, cosa è successo
Secondo quanto riferito a Reuters dal portavoce di Abdullah, l’attacco sarebbe iniziato con un’esplosione, probabilmente provocata da un razzo. La cerimonia era stata organizzata per commemorare Abdul Ali Mazari, politico di etnia hazara ucciso nel 1995 dai talebani. Il movimento talebano dell’Afghanistan ha però negato il suo coinvolgimento nell’attentato, come ha detto all’agenzia di stampa “Sputnik” il portavoce del movimento, Zabiullah Mujahid. Stando alle indiscrezioni di alcuni testimoni oculari riportate dal Washington Post, il presidente del Consiglio supremo di pace dell’Afghanistan, Karim Khalili, sarebbe rimasto ucciso nell’attacco. La notizia non è stata ancora confermata dai suoi familiari.
Sui social network circola un video che mostra il presidente del Consiglio supremo di pace dell’Afghanistan, Karim Khalili, costretto a interrompere un discorso che stava tenendo durante la cerimonia a causa di alcuni colpi d’arma da fuoco.
Accordo con gli Usa
L’attacco giunge a una settimana dall’accordo firmato il 29 febbraio tra Stati Uniti e Talebani a Doha alla presenza di leader provenienti da Pakistan, Qatar, Turchia, India, Indonesia, Uzbekistan e Tagikistan. Lo storico accordo aprirà la strada agli Stati Uniti affinché ritirino gradualmente le proprie truppe (qui i dettagli sull’accordo).
Le indagini del Tribunale sui crimini di guerra
Intanto, il Tribunale penale internazionale (Tpi) ha autorizzato un’indagine su possibili crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi in Afghanistan. Sotto accusa sono le forze afghane e americane, oltre ai Talebani. La decisione è stata presa dai giudici in appello, accogliendo un ricorso presentato dai pubblici ministeri. Il via libera dei giudici di appello consentirà al pubblico ministero di aprire un’indagine sui talebani, le forze afgane e, per la prima volta, sulle forze armate degli Usa e sulla Cia.
La decisione dell’Appello ribalta quella presa l’anno scorso dai giudici della Camera preliminare che, seppur riconoscendo che sono stati commessi crimini diffusi in Afghanistan, avevano respinto la richiesta del procuratore Fatou Bensouda di aprire un’inchiesta affermando che “non sarebbe stato nell’interesse della giustizia perché la prevista mancanza di cooperazione avrebbe comportato l’improbabilità di arrivare alle condanne”.
1. In Afghanistan vengono uccise 74 persone al giorno 2. Afghanistan Papers: nell’inchiesta del Washington Post, interviste e rivelazioni sugli errori commessi dagli Usa in 18 anni di guerra
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