Aereo ucraino caduto in Iran, le prove che indicano che è stato abbattuto
Continua a suscitare moltissimi dubbi la storia dell’aereo ucraino caduto nella mattina di mercoledì 8 gennaio 2020 in Iran, che ha provocato la morte di tutte e 176 persone a bordo: in meno di due giorni di indagini, infatti, le versioni ufficiali sono cambiate più volte.
Prima si è parlato di un guasto tecnico, un’ipotesi avanzata soprattutto da Teheran, che ha portato a un incendio e ha fatto precipitare il velivolo dopo pochi minuti dal decollo (e dopo un tentativo di virata per rientrare in aeroporto). Adesso, invece, si fa sempre più spazio la tesi secondo cui il Boeing 737-800 della Ukraine international airlines sia stato abbattuto da un missile anti-aereo iraniano.
Secondo il Pentagono, è stato un missile terra-aria Tor M-1 di fabbricazione russa, noto presso la Nato come SA-15 Gauntlet, a colpire l’aereo. Proprio mentre in contemporanea la Repubblica islamica lanciava i suoi missili sulle basi Usa in Iraq in risposta all’uccisione del generale dell’esercito iraniano Qassem Soleimani.
A spingere per questa seconda ipotesi, nella giornata di ieri, sono state soprattutto alcune fonti di intelligence americane e irachene. Secondo cui in Iran era stata messa in allerta la batteria anti-aerea di Teheran, per possibili risposte ai raid appena compiuti contro gli obiettivi americani. L’Iran però ha parlato di una “sospetta messinscena”, respingendo al mittente ogni accusa, mentre il premier canadese Justin Trudeau (63 vittime su 176 erano canadesi) e il suo omologo inglese Boris Johnson (tre erano britannici) sono stati i primi attori internazionali a parlare apertamente di abbattimento del velivolo tramite missili anti-aereo.
I due presidenti, seguiti poco dopo anche dal leader Usa Donald Trump, hanno anche detto che l’aereo potrebbe essere stato abbattuto “per errore”.
Le prove che potrebbero dimostrare che l’aereo ucraino è stato abbattuto
Errore o meno, c’è dunque il forte sospetto che l’aereo non sia caduto semplicemente per un guasto tecnico. E in queste ore, dunque, a Teheran le indagini hanno avuto una grande accelerata. L’Iran ha chiesto al Canada di condividere con Teheran le informazioni di intelligence di cui ha parlato Trudeau, mentre è stato chiesto a tutti i Paesi che hanno perso loro cittadini, agli Usa e alla compagnia Boeing di partecipare all’inchiesta.
Una delle prove più importanti, che servirebbero a chiarire l’esatta dinamica dell’accaduto, sono le scatole nere del Boeing 737-800. Sono in possesso dell’Iran, ma tramite il capo dell’aviazione civile iraniana Ali Abedzadeh è stato già fatto sapere che non verranno consegnate per le indagini. Il motivo di questa decisione? Sconosciuto.
Per ricostruire cosa è successo a bordo dell’aereo ucraino, dunque, rimangono alcune fonti video. Soprattutto il filmato pubblicato dal New York Times, che mostrerebbe un missile iraniano che colpisce un velivolo sopra Parand, l’area in cui il Boeing 737-800 ha smesso di trasmettere il suo segnale prima che di schiantarsi al suolo.
L’ipotesi missile non era stata esclusa, nei momenti immediatamente successivi all’incidente, neanche dall’ambasciata ucraina. Anche se in seguito Kiev ha ritrattato la sua dichiarazione precedente, rimandando ogni valutazione al post-indagine.
La compagnia aerea, tra l’altro, ha respinto con sdegno ogni accusa circa un possibile “errore umano”: i piloti avevano migliaia di ore di volo di esperienza, come anche il personale di bordo. L’aereo, inoltre, aveva subito da pochi giorni la manutenzione tecnica di routine, quindi era stato revisionato. E soprattutto era stato costruito solo nel 2016, dunque era nuovo. Il decollo, infine, è avvenuto in modo regolare e il Boeing 737-800 avrebbe potuto volare “anche con un solo motore funzionante”.
La difesa dell’Iran
Come già anticipato, l’Iran già ieri ha parlato di “voci senza senso” su un possibile razzo che avrebbe colpito l’aereo ucraino, definendola una “sospetta messinscena”. Nonostante abbia chiesto agli altri Paesi di partecipare all’indagine, però, Teheran continua a negare le scatole nere.
La tesi dell’Iran è che non può essersi trattato di un missile, dal momento che – secondo il responsabile dell’aviazione civile e viceministro dei Trasporti Ali Abedzadeh – “diversi voli interni e internazionali volavano nello spazio aereo iraniano nello stesso momento alla stessa altitudine” e non hanno avuto problemi.
Alle indagini partecipano anche alcuni esperti che si erano occupati del volo della Malaysia Arlines MH17 abbattuto da un missile nei cieli ucraini nel 2014, provocando 298 morti. Le indagini continuano a non escludere neanche la pista terrorismo, visto che potrebbe anche essersi verificata un’esplosione a bordo del velivolo.