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    Editoria, addio al copyright dal 2019: ecco cosa cambia per i classici del Novecento

    Kahlil Gibran, F. Scott Fitzgerald e sua moglie Zelda, Agatha Christie, Jean Toomer e Thomas Mann (Immagini: Getty Images, Afp e Penguin)

    Da Marcel Proust ad Agatha Christie, gli autori non più protetti dal diritto d'autore

    Di Rossella Melchionna
    Pubblicato il 2 Gen. 2019 alle 15:55 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:27

    Sono classici del Novecento e come tali resteranno nei secoli. Ma qualcosa è cambiato con l’inizio del 2019: le opere di Thomas Mann e Agatha Christie, ma anche di Marcel Proust e di D.H. Lawrence non sono più soggette a copyright a partire dall’1 gennaio del nuovo anno. Il motivo? La scadenza di una proroga di 20 anni del diritto d’autore approvata nel 1998 dal Congresso americano.

    Come riporta il New York Times, centinaia e centinaia di scritti (ma anche di composizioni musicali) sono dal 2019 di dominio pubblico – da qui Capodanno è stato chiamato “Public Domain Day”. Se da una parte c’è una maggiore accessibilità alle opere in questione, dall’altra aumentano i rischi per l’incolumità di queste: con il crollo delle protezioni legali, sia dal punto di vista del diritto d’autore che del controllo creativo, potranno essere ideati nuovi versi e pagine di romanzi basandosi direttamente sui classici.

    Un colpo basso, quindi, non solo per le case editrici, ma anche per le opere stesse che rischiano di essere trascritte, stampate e riprodotte senza alcuna punizione per chi viola il copyright. In “pericolo”, tra i vari titoli, I dieci comandamenti di Cecil B. DeMille, oltre al Pellegrino di Charlie Chaplin e le composizioni dell’ungherese Béla Bartók. In lista anche Willa Cather, Joseph Conrad, P.G. Woodhouse, Rudyard Kipling e Robert Frost.

    Cos’è la proroga (scaduta) del diritto d’autore

    Alla base di tutto c’è una legge. Una norma criticata e definita da molti “Mickey Mouse Protection Act”. Si tratta, in sostanza, di un atto su cui la Disney ha spinto per conservare il copyright, fino al 2024, di Steamboat Willie – il cortometraggio che segnò l’esordio di Topolino e Minni i cui diritti sarebbero scaduti nel 2005 – e che, quindi, allunga i termini (da 75 a 95 anni) per le opere uscite tra il 1923 e il 1977.

    Con la fine di tale protrazione, a partire dal 2019 numerosi classici saranno disponibili con la massima facilità. Di conseguenza ogni anno non sarà complicato e dispendioso trovare e leggere anche online opere di F. Scott Fitzgerald, William Faulkner, Virginia Woolf ed Ernest Hemingway. Se si considera, poi, che nel 1923 vennero registrate circa 130mila opere, il catalogo dei romanzi (o delle composizioni musicali) ormai parte del patrimonio culturale comune non sarà corto.

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