Papa Francesco, che ha detto di volere una Chiesa cattolica modello di austerità e onestà, potrebbe voler ristrutturare o persino chiudere l’Istituto per le opere religiose (Ior), la banca vaticana più volte al centro di scandali finanziari — fa notare la Reuters.
“La banca sarà riformata. Ma certamente, se il Papa lo vuole, potrebbe anche chiuderla. Non mi sorprenderei se lo facesse”, ha detto alla Reuters una fonte interna al Vaticano che ha voluto rimanere anonima. Un altro informatore, sempre anonimo, ritiene che il Papa potrebbe, più semplicemente, avviare una profonda riforma dell’istituto bancario.
“Lo Ior non è essenziale, non è un sacramento né un dogma della Chiesa”, aveva dichiarato il cardinale nigeriano John Onaiyekan poco prima dell’elezione di Bergoglio.
Un anno fa il Moneyval, l’organismo del consiglio d’Europa che si occupa della trasparenza finanziaria, ha stabilito che la banca vaticana non ha rispettato alcuni standard europei antiriciclaggio.
Prima di dimettersi Benedetto XVI ha lasciato a Francesco un rapporto segreto sullo Ior e sullo scandalo Vatileaks, scoppiato in seguito al furto di alcuni documenti che raccontavano la corruzione degli amministratori della banca e diffusi dal maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele. Condannato a 18 mesi di prigione da una corte del Vaticano, Gabriele è stato poi perdonato.
Uno degli aspetti su cui verrà giudicato il pontificato di Papa Francesco sarà proprio la gestione stessa dello Ior. La stampa italiana ha ipotizzato che la banca, che al momento gode di ampia indipendenza, potrebbe essere messa sotto il controllo diretto del Vaticano.
Tra le altre riforme in vista c’è anche la sostituzione del segretario di Stato Tarcisio Bertone, legato direttamente ai recenti scandali dello Ior. È stato lui infatti a promuovere alla guida della banca Ettore Gotti Tedeschi, poi licenziato nel 2012.
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