Accordo “storico” sul clima: “Impegno ad abbandonare i combustili fossili, emissioni zero al 2050”
Per la prima volta, i paesi della Conferenza sul clima hanno raggiunto un’intesa per iniziare a ridurre i consumi di combustibili fossili e limitare gli effetti peggiori del cambiamento climatico. L’accordo alla Cop 28 di Dubai, raggiunto dopo una lunga maratona notturna, è il primo a prevedere l’eventuale fine dell’era del petrolio.
In apertura della sessione plenaria che ha concluso stamattina, con un giorno di ritardo, la Conferenza sul clima, i delegati hanno accolto con una standing ovation l’adozione della bozza preparata dagli Emirati Arabi Uniti, che chiede una “transizione” verso l’abbandono dei combustibili fossili. Il documento usa l’espressione “transitioning away” per chiedere l’abbandono graduale “dei combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo (…) in modo da raggiungere l’azzeramento netto [delle emissioni] entro il 2050, nel rispetto della scienza”.
Si tratta di una “decisione storica per accelerare l’azione per il clima”, ha affermato Sultan Al Jaber, presidente della Conferenza, “abbiamo gettato le basi per realizzare un cambiamento”.
La Conferenza ha visto un duro scontro tra gli oltre 100 paesi che hanno chiesto una presa di posizione netta sulla fine dei combustibili fossili e i membri dell’Opec, il cartello dei paesi produttori di petrolio guidato dall’Arabia Saudita che sosteneva invece la possibilità di ridurre emissioni senza mettere al bando specifiche fonti di energia. Gli appelli più accorati per una svolta decisa sono arrivati dai piccoli stati insulari, minacciati dal cambiamento climatico. “Siamo giunti alla conclusione che la correzione di rotta necessaria non è arrivata. Abbiamo fatto un progresso incrementale rispetto allo status quo, quando è necessario un cambiamento esponenziale nelle nostre azioni”, ha affermato una rappresentante dell’Alleanza dei piccoli stati insulari, senza però obiettare formalmente all’accordo.
“L’era dei combustibili fossili deve finire, e deve finire con giustizia ed equità”, ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres dopo l’accordo raggiunto alla COP28 di Dubai. “Voglio dire che l’uscita dai combustibili fossili è inevitabile, che lo vogliano o no. Speriamo che non arrivi troppo tardi”, ha sottolineato il capo dell’Onu in un comunicato, rivolgendosi “a coloro che si opponevano a un chiaro riferimento” all’eliminazione delle energie fossili dal testo della COP28. “Il mondo non può permettersi ritardi, indecisioni o mezze misure”, ha insistito.
La Cop28 è “un motivo per essere ottimisti” in un mondo in conflitto, ha detto l’inviato americano John Kerry dopo l’approvazione del documento finale nella Conferenza di Dubai.
“È una buona notizia per il mondo intero che ora disponiamo di un accordo multilaterale per accelerare la riduzione delle emissioni verso lo zero netto entro il 2050, con azioni urgenti in questo decennio critico”, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Abbiamo concordato di ridurre le emissioni globali del 43% entro il 2030, in linea con la migliore scienza disponibile, per mantenere la temperatura di 1,5 gradi Celsius a portata di mano. Ciò ci manterrà in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e accelererà la transizione verso un’economia più pulita e più sana”, ha aggiunto.
Secondo Antonio Tajani, il pacchetto approvato alla Cop28 è “ambizioso” e “tiene conto di un processo di transizione energetica giusta, ordinata ed equa”. È “una transizione pragmatica con un riconoscimento alla tecnologia nucleare strategica per il raggiungimento di zero emissioni nel 2050”, ha aggiunto il capo della Farnesina e vicepresidente del Consiglio.