Dopo oltre un anno e mezzo di difficili trattative, è stato raggiunto un accordo sul nucleare in Iran. Si tratta di un patto storico, che segna un nuovo capitolo nella storia delle relazioni tra l’Iran e le grandi potenze internazionali.
L’Iran ha accettato di limitare lo sviluppo del suo programma nucleare. In cambio, gli Stati Uniti, le Nazioni Unite e l’Unione europea rimuoveranno le sanzioni che avevano imposto all’Iran per paura che potesse costruire armi atomiche. Il governo di Teheran ha invece sempre sostenuto che il suo programma nucleare non avesse scopi militari.
L’ultimo round delle negoziazioni era stato avviato a Vienna il 26 giugno ed è durato 18 giorni. Si sarebbe dovuto concludere il 30 giugno, ma la scadenza è stata più volte rimandata.
Al tavolo delle trattative hanno partecipato il governo di Teheran e il gruppo dei 5+1, composto dai cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, ovvero Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina, più la Germania. Ai negoziati ha partecipato anche Federica Mogherini, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri.
Tra i punti più difficili dell’accordo, c’erano la rimozione dell’embargo sulle armi convenzionali e i missili; le scadenze con cui le sanzioni sarebbero state rimosse; e la questione delle ispezioni negli impianti nucleari iraniani. Alcuni analisti citati dal quotidiano britannico The Guardian hanno definito il patto “il più importante programma di controllo degli armamenti dei tempi moderni e un raro successo diplomatico nel Medio Oriente”.
L’accordo con l’Iran, di circa 100 pagine e con cinque separati annessi, è stato scritto sia in inglese sia in persiano, per evitare il pericolo di incomprensioni. Ecco cosa prevede:
– un compromesso sull’ispezione degli impianti nucleari all’interno dell’Iran, compresi quelli nei siti militari. Gli ispettori delle Nazioni Unite potranno monitorare gli impianti nel caso sospettino si stiano conducendo esperimenti nucleari illegali. L’Iran potrà rifiutare la richiesta di accesso, ma una commissione internazionale potrà annullare l’obiezione iraniana. Gli ispettori potranno provenire solo da Paesi con cui l’Iran ha relazioni diplomatiche e non potranno essere americani.
– Se l’Iran violerà l’accordo, entro 65 giorni le sanzioni saranno nuovamente imposte.
– per i prossimi cinque anni resta in vigore l’embargo sulle armi e per i prossimi otto quello sui missili.
– 800 individui e imprese iraniani non saranno più sottoposti a sanzioni.
– le Nazioni Unite rimuoveranno il divieto per gli studenti iraniani di studiare fisica nucleare.
– le riserve di uranio impoverito saranno ridotte del 96 per cento. In parte saranno vendute sul mercato internazionale, in parte diluite e in parte convertite in carburante. Rimarranno all’Iran solo 300 chili di uranio impoverito, una quantità con cui non è possibile costruire una bomba atomica in tempi brevi.
– L’Iran chiuderà numerosi impianti destinati all’arricchimento dell’uranio, il processo necessario per utilizzare l’uranio per scopi nucleari. Sarà chiuso anche l’impianto di Fordow, impianto nucleare segreto che fu scoperto dall’intelligence americana solo nel 2009.
– L’accordo è particolarmente dettagliato. Tra le sanzioni economiche rimosse, anche quella sul divieto di importare caviale e pistacchi dall’Iran.
– Quando l’Agenzia internazionale per l’energia atomica verificherà che l’Iran ha compiuto i passi necessari per limitare il suo programma nucleare, gli Stati Uniti, le Nazioni Unite e l’Unione europea rimuoveranno le sanzioni.
Qui il testo completo dell’accordo.
Prima di entrare in vigore, il patto dovrà superare l’opposizione a Washington e a Teheran. Negli Stati Uniti il Congresso ha 60 giorni per analizzare l’accordo. I repubblicani, in maggioranza al Congresso, probabilmente cercheranno di votare contro. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato che metterà il veto su eventuali leggi che cerchino di contrastare l’implementazione dell’accordo sul nucleare in Iran.
Il 14 luglio anche l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha dichiarato di aver siglato un piano d’azione con l’Iran, che verrà finalizzato entro il dicembre del 2015.
Le reazioni
– Il presidente iraniano Hassan Rouhani su Twitter ha scritto, ancora prima che l’intesa venisse confermata: “L’accordo sull’Iran è una vittoria della democrazia e del mutuo rispetto, che hanno sconfitto i vecchi paradigmi dell’esclusione e della coercizione. E questo è un buon inizio”. Nella prima parte della conferenza stampa il 14 luglio, Rouhani ha inoltre detto: “la giornata di oggi avrebbe potuto significare la fine della speranza, invece segna un nuovo capitolo”.
– Federica Mogherini, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, ha detto che il patto è “molto più che un accordo sul nucleare: un accordo che apre un nuovo capitolo nella storia delle relazioni internazionali e dimostra che la diplomazia, la coordinazione e la cooperazione possono sconfiggere decenni di tensioni”.
– il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha commentato positivamente l’accordo raggiunto, considerato “una testimonianza del valore del dialogo“. Ban Ki-moon ha dichiarato: “Spero che questo accordo porti a una comprensione reciproca più profonda e una migliore cooperazione su molte delle sfide da affrontare in Medio Oriente. Il patto potrebbe servire come un fondamentale contributo per portare pace e stabilità non solo nella regione iraniana, ma anche altrove”.
Qui sotto: il tweet di John Kerry, segretario della Difesa statunitense:
– il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha criticato duramente l’accordo, dicendo che si tratta di uno dei peggiori piani della storia. L’ufficio del primo ministro israeliano sta ora mettendo pressione sui repubblicani filo-israeliani al Congresso statunitense, per convincere a votare contro.
– Naftali Bennett, ministro dell’Istruzione del partito di estrema destra israeliano Bayit Yehudi, ha dichiarato: “i cittadini occidentali che si svegliano per andare a scuola o a lavoro non si rendono conto che migliaia di miliardi di dollari sono stati trasferiti nelle mani di una super-potenza terrorista, il piu pericoloso Paese del mondo, che ha promesso la distruzione di nazioni e persone”.
Il discorso di Barack Obama
La mattina del 14 luglio, in conferenza stampa, il presidente statunitense Barack Obama ha presentato l’accordo come una grandissima vittoria della diplomazia internazionale.
“Questo accordo, completo e di lungo termine, impedirà all’Iran di costruire armi nucleari”, ha detto Obama. “Questo accordo dimostra che la diplomazia americana può portare a cambiamenti reali e significativi”
“Non fateci mai negoziare senza aver paura, ma non lasciate mai aver paura di negoziare”.
Qui sotto: la Casa Bianca ha twittato l’immagine di questo schema per spiegare come l’Iran non potrà più costruire una bomba atomica:
Le sanzioni contro l’Iran
Gli Stati Uniti sono stati il primo Paese a imporre sanzioni all’Iran. Nel 1979, in seguito all’attacco dell’ambasciata americana da parte di un gruppo di studenti iraniani, proibirono l’importazione di quasi tutti i prodotti iraniani. Ma erano stati proprio gli Stati Uniti, negli anni Cinquanta, a fornire aiuti all’Iran per avviare il programma nucleare, sotto il programma statunitense Atoms for Peace promosso dal presidente Dwight Eisenhower.
A partire dal 2006, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato quattro risoluzioni per imporre sanzioni nei confronti dell’Iran, con l’obbiettivo di ostacolare lo sviluppo del suo programma nucleare. Tra le misure previste, c’era il divieto di esportare armamenti e tecnologie nucleare in Iran; il blocco delle importazioni delle armi dall’Iran; il congelamento dei beni di industrie, organizzazioni o individui coinvolti nel programma nucleare in Iran.
L’Onu impose le sanzioni in seguito al rifiuto del governo di Teheran di collaborare con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e interrompere il processo di arricchimento dell’uranio.
Nel 2011 anche l‘Unione europea ha imposto ulteriori sanzioni, tra cui blocco del commercio di materiali che possono essere utilizzati per il programma nucleare, congelamento di beni di alcuni individui e imprese, blocco delle importazioni del petrolio e del gas naturale dall’Iran, blocco delle transazioni finanziarie con banche iraniane.
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