Si è conclusa con grande imbarazzo la conferenza stampa data ieri, martedì 16 agosto, dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e dal presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, (anche conosciuto come Mahmud Abbas) quando quest’ultimo, in una similitudine provocatoria, ha chiamato “olocausti” i massacri ricorrenti dell’esercito israeliano in Palestina. Un paragone impronunciabile per il capo del governo del paese ricostruito sulle ceneri del regime nazista.
Abbas si trovava a Berlino per un incontro inizialmente programmato a marzo, rimandato a causa dello scoppio della guerra in Ucraina. Nelle dichiarazioni calorose dei due politici è stato ribadito l’impegno della Germania a sostenere la “soluzione dei due Stati” che auspica ad una convivenza pacifica tra Israele e Palestina basata sulle frontiere risalenti a prima della guerra dei sei giorni del 1967. L’incontro si svolgeva nel contesto drammatico dei recenti attacchi dell’esercito israeliano in territori palestinesi che hanno fatto diversi morti e feriti civili.
L’imbarazzo è iniziato a sentirsi quando un giornalista ha posto al rappresentante palestinese una domanda riguardante la sua posizione odierna rispetto all’attentato che uccise undici atleti israeliani in occasione delle Olimpiadi di Monaco del 1974. “Dal 1947 a oggi, Israele ha commesso 50 massacri in 50 villaggi e città palestinesi,” ha risposto Abu Mazen ” a Dair Yassin, Tantura, Kafr Kassim e molti altri, 50 massacri, 50 olocausti.”. Quando è caduta l’ultima parola, persino la voce della traduttrice si è affievolita. Il discorso di Abbas continua con un’appello di pace: “la nostra richiesta ora è: smettetela, basta cosi!”. La conferenza si conclude, Scholz stringe freddamente la mano dell’ospite. La sua reazione è giunta in seguito, troppo tardi a dire di molti: “Per noi tedeschi in particolare, qualsiasi relativizzazione dell’Olocausto è intollerabile e inaccettabile” ha scritto su Twitter. Oggi Mahmud Abbas è ritornato sulle sue dichiarazioni, ribadendo che “l’Olocausto è il crimine più atroce della storia umana moderna” secondo l’agenzia palestinese Wafa.
Su Olaf Scholz, già in difficoltà per la crisi energetica che spaventa la Germania, si sono scagliate le critiche di esponenti dell’opposizione come il presidente della CDU Friedrich Merz, ma anche di voci autorevoli come quella del vice presidente del comitato internazionale di Auschwitz Christoph Heubner. “È sorprendente e sconcertante che la parte tedesca non fosse preparata alle provocazioni di Abbas e che le sue dichiarazioni sull’Olocausto nella conferenza stampa siano rimaste incontestate” ha dichiarato Heubner.
Già durante la conferenza stampa, nonostante i toni cordiali, il cancelliere aveva preso le distanze da alcune altre posizioni del presidente dell’ANP. Riguardo il termine “apartheid” per descrivere il trattamento dei palestinesi in Israele, usato da Amnesty International, e più volte evocato da Abu Mazen, Scholz ha dichiarato di non considerarlo “adatto a descrivere la situazione”. Ha inoltre escluso cambiamenti di posizione riguardanti il riconoscimento dello Stato Palestinese, che molti paesi europei, Germania compresa, non concedono.