“Sintomi di avvelenamento” per Abramovich e i negoziatori ucraini per le trattative di pace
L’oligarca russo Roman Abramovich e i componenti della delegazione ucraina per le trattative di pace avrebbero accusato sintomi di avvelenamento. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Bloomberg e dal Wall Street Journal. Il magnate russo ma con il cuore dei suoi affari a Londra era stato indicato come mediatore nel conflitto tra Russia e Ucraina. Nelle ultime ore, secondo indiscrezioni, sarebbe volato a Mosca con un aereo privato dalla Turchia recando una lettera di Zelensky per Putin. In precedenza l’oligarca aveva incontrato il presidente ucraino. Domani, 29 marzo, è previsto un nuovo round di negoziati proprio in Turchia tra due delegazioni dei rispettivi ministeri degli esteri.
Il tentativo di avvelenamento, secondo quanto riportato, risalirebbe all’inizio del mese di marzo. Fra i sintomi riscontrati dopo un incontro a Kiev c’erano “occhi rossi, desquamazione della pelle sul viso e sulle mani”. Da allora, riporta il Wall Street Journal, le condizioni di salute delle persone colpite sono migliorate e nessuno di loro è in pericolo di vita. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha incontrato Abramovich, non ha avuto alcun problema.
La conferma
Una portavoce di Roman Abramovich ha confermato il sospetto avvelenamento patito a inizio marzo dall’oligarca russo a margine di uno dei primi incontri negoziali fra le delegazioni di Mosca e di Kiev sulla guerra incorso in Ucraina. Lo riportano la Bbc e altri media del Regno Unito, dove Abramovich – che ha anche la cittadinanza israeliana e che è al momento colpito dalle sanzioni britanniche e da quelle dell’Ue, ma non dagli Usa – è stato a lungo residente, in veste fra l’altro di patron della squadra di calcio del Chelsea. La rivelazione era stata anticipata dal Wall Street Journal e poi dal sito Bellingcat.