Il primo ministro etiope Abiy Ahmed con i suoi 41 anni è il più giovane leader politico africano. E’ in carica da appena 100 giorni, e in questo tempo limitato ha già messo in atto una serie di provvedimenti e compiuto una serie passi determinanti per risollevare il Paese dal difficile passato e cercare di guardare al futuro con ottimismo. Dopo un difficile periodo in cui non sono mancati problemi e tensioni di varia natura, l’Etiopia si sta adesso apprestando a cercare di compiere un’importante svolta politica.
Il fatto più importante e al tempo stesso simbolico compiuto dal neopremier è stato quello di accettare l’accordo di pace con la vicina Eritrea risalente al 2000, con cui ha posto fine a 20 anni di conflitto, permettendo di riaprire l’ambasciata e normalizzare le relazioni col Paese confinante. Un fatto che ha anche rimesso in moto i viaggi e il commercio tra Etiopia ed Eritrea. L’accordo, infatti, permetterà all’Etiopia – che non ha accesso al mare – di avere nuovamente accesso ai porti della vicina Eritrea, senza dover gravare ulteriormente sul vicino porto di Gibuti, particolarmente intasato e raggiungibile con la nuova ferrovia Gibuti-Makallè.
La fine del conflitto con la vicina Eritrea non è però stato l’unico conflitto di cui si è curato Abiy Ahmed, che oltre che al suo Paese si è impegnato anche per la pace e la stabilità dell’intera regione: il premier si è fatto promotore per una soluzione al lungo conflitto in Sud Sudan e ha presieduto l’incontro tra il presidente Salva Kiir e il suo rivale Riek Machar, in lotta cda cinque anni in una delle più violente guerre civili in corso nel continente che ha portato alla morte di decine di migliaia di persone e alla fuga di milioni di cittadini.
Ma a questa forte attività per la stabilità della regione si è affiancata da parte di Abiy Ahmed una forte attività riformatrice anche in ambito interno: ha promosso una transizione verso una democrazia multipartitica (al momento esiste un sistema di partiti su base etnica che formano un’unica coalizione di governo), liberato leader dell’opposizione e giornalisti che erano reclusi, e in ambito economico ha posto fine al monopolio dello stato in molti settori chiave dell’economia, tra cui le telecomunicazioni e l’aviazione.
La politica di pacificazione di un Paese che recentemente è stato toccato da numerose tensioni ha inoltre toccato anche la sfera religiosa: il premier si è impegnato per porre fine alla divisione della Chiesa ortodossa etiope di Tewahdo dopo quasi 30 anni.
Abiy AAhmed, grazie alla sua età inferiore a quella degli altri leader africani e alla sua grande attività riformatrice e pacificatrice sta diventando un’icona per molti africani. Molte immagini e fotografie che lo ritraggono in questi momenti importanti, dall’incontro con il presidente eritreo Isaias Afwerki a quelle non strettamente politiche con il robot umanoide Sophia, così come la sua partecipazione a un evento pubblico con una maglietta che recava riprodotta la frase di Nelson Mandela “nessuno e libero finché l’ultimo non sarà libero”, sono divenute particolarmente popolari in tutto il continente.