Francia, 70 scuole chiuse dopo una settimana per nuovi casi di Covid
Una settimana dopo il via libera alla riapertura delle scuole primarie in Francia, concisa con l’inizio della Fase due, 70 istituti chiudono i battenti per la presenza di nuovi casi di Covid-19. Lo ha confermato il ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer ai microfoni dell’emittente radio nazionale Rtl, aggiungendo però di non aver intenzione di bloccare il graduale rientro degli alunni già previsto, perché i nuovi casi rilevati dimostrano la severità dei controlli. “Questo è indice del fatto che siamo rigorosi. È frutto della continua prudenza e dell’applicazione dei controlli sanitari”, ha affermato Blanquer.
“Probabilmente si tratta di casi contratti prima di tornare a scuola, all’uscita dal lockdown” ha aggiunto. Per il ministro, fare in modo che i bambini tornino a istruirsi nelle aule di scuola dovrebbe essere la priorità assoluta del governo, e anche dei genitori, perché le conseguenze della mancata frequenza “sono molto più gravi” di quelle dell’epidemia. Conseguenze psicologiche, sanitarie, fino ad arrivare all’abbandono scolastico, che preoccupano il ministro più del Covid. “I nostri figli non devono essere vittime collaterali di misure sanitarie”, ha insistito.
Ma le scuole colpite dai nuovi casi sono già state chiuse in diverse regioni del Paese. “L’agenzia regionale della Salute procede alle indagini per identificare le persone che possono essere state a contatto ravvicinato con il malato”, si legge in una dichiarazione diramata dall’agenzia regionale della Salute dell’Alta Francia, dove sette istituti hanno sospeso le lezioni nella città di Roubaix come “misura precauzionale”, adottata dopo aver rilevato un primo caso tra gli studenti. “L’alunno è stato potenzialmente in contatto con alunni accolti nelle scuole della città, pertanto il sindaco ha deciso a titolo di precauzione la chiusura temporanea di sei scuole. Una settima scuola, privata, ha deciso di seguire anch’essa la misura di precauzione”, si legge nel comunicato riportato dal Fattoquotidiano.
Gli studenti degli istituti primari sono rientrati a scuola già una settimana fa, ovvero l’11 maggio scorso, mentre oggi è toccato ai giovani che frequentano le medie. Come affermato dal ministro, anche se il 90 per cento dei comuni è riuscito a riaprire le scuole, la maggior parte degli istituti, circa il 70 per cento, ha deciso di rimanere chiuso e proseguire con la didattica a distanza. Il rientro, infatti, non è obbligatorio, ma su base volontaria, e per i sindacati mancano ancora le misure idonee per permettere lo svolgimento delle lezioni in sicurezza.
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