Di fronte ai tribunali statunitensi si sta svolgendo una disputa destinata a fare la storia. Da una parte alcuni americani di età compresa tra i 9 e i 20 anni. Dall’altra il presidente Usa Donald Trump e l’industria dei combustibili fossili.
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Oggetto del contendere è una causa lanciata dal gruppo di bambini e ragazzi contro il governo federale e le compagnie energetiche, che non sono in grado di far fronte in modo adeguato al riscaldamento globale.
I giovani e giovanissimi ricorrenti, membri dell’organizzazione Our Children’s Trust, sostengono infatti che questo fallimento violi il loro “diritto a un sistema climatico in grado di sostenere la vita umana”.
Il presidente Trump, insediatosi il 20 gennaio 2017, ha presentato il 7 marzo una mozione per ricorrere in appello contro la precedente sentenza (nota come Juliana v. United States) emessa a novembre 2016 dal giudice distrettuale Ann Aiken, la quale ha riconosciuto al gruppo il diritto di agire in via giudiziaria. La mozione è sostenuta anche dalle compagnie energetiche statunitensi.
Non è prassi comune per il governo statunitense ricorrere in appello contro una corte di grado superiore prima che la corte di primo grado si sia espressa nel merito del caso, soprattutto considerato che il caso approderà nell’aula giudiziaria nel corso del 2017.
Ma è pur vero che questo ricorso è il primo del suo genere. I ragazzi, sostenuti dall’avvocato Julia Olson, hanno fatto causa al governo federale nella corte distrettuale dell’Oregon nel 2015.
Levi Draheim è la ricorrente più giovane, ha 9 anni e vive sulla costa della Florida, uno degli stati americani più a rischio in caso di innalzamento del livello degli oceani.
Sul sito del gruppo si legge che anche il famoso scienziato James E. Hansen partecipa all’azione legale come “guardiano delle future generazioni e di sua nipote”.
Nel ricorso si legge che, attraverso le sue decisioni e azioni sul cambiamento climatico, il governo ha violato i diritti costituzionali delle generazioni più giovani alla vita, alla libertà, e alla proprietà, così come non è riuscito a tutelare le essenziali risorse pubbliche.
L’8 aprile 2016, il giudice statunitense Thomas Coffin ha respinto per primo le mozioni del governo e delle aziende produttrici di combustibili fossili. Durante la revisione della sua decisione, il giudice Aiken ha emesso il 10 novembre 2016 la sentenza con cui confermava la decisione.
Donald Trump ha sempre avuto una posizione molto critica sul cambiamento climatico. Ha definito il riscaldamento globale una bufala e ha annunciato l’intenzione di ritirarsi dall’accordo sul clima di Parigi.
Scott Pruitt, responsabile dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente (Epa) nominato da Trump, nega che l’attività umana sia causa del riscaldamento globale.
Qui sotto il tweet con cui l’associazione Our Children’s Trust annuncia il ricorso delle aziende energetiche insieme all’amministrazione Trump:
Industry Groups Join Trump Administration In Seeking To Appeal Youth Climate Lawsuit https://t.co/oUPnOWGnD9 pic.twitter.com/9l9jHiwHI6
— KLCC (@KLCCEugeneOR) 13 marzo 2017
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