Con 23.101 inchieste per omicidio aperte negli ultimi 12 mesi, il 2017 si è rivelato l’anno più letale per il Messico.
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L’annuncio è un duro colpo per l’impegno del presidente Enrique Peña Nieto a tenere sotto controllo la violenza delle bande criminali, in vista delle elezioni presidenziali 2018.
Il Messico ha registrato un numero record di omicidi nel 2017, rendendolo l’anno più mortale nella storia moderna del paese.
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Secondo i dati pubblicati dal ministero dell’Interno, che registra il tasso di omicidio dal 1997, il numero nel 2016 era stato di 22.409.
Peña Nieto è diventato presidente nel dicembre 2012. Nei primi due anni di mandato il tasso di omicidi si è abbassato, per poi aumentare costantemente.
Secondo i dati della Banca Mondiale, il Messico ha un tasso di 18,7 omicidi ogni 100mila abitanti. Brasile e Colombia 27 ogni 100mila, Venezuela 57, Honduras 64 e El Salvador 109.
Il tasso degli Stati Uniti è di cinque omicidi per 100mila abitanti.
L’incapacità di Peña Nieto di contenere la criminalità ha danneggiato la sua credibilità e ferito il suo Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) centrista, che deve affrontare una dura battaglia le elezioni presidenziali del luglio 2018.
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