Le indagini della polizia messicana su una discarica della città di Iguala, nel sud del Messico, hanno individuato le prove di un incendio in cui sono state
bruciate almeno 17 persone, e le autorità sostengono che i corpi possano
appartenere ad alcuni dei 43 studenti scomparsi il 26 settembre 2014 nello stato meridionale di Guerrero.
Da allora non è ancora arrivata una risposta
chiara dalle autorità sul destino dei ragazzi che furono fatti sparire
dopo aver partecipato a una manifestazione di protesta, in uno dei casi che da allora è divenuto emblematico della grave situazione del rispetto dei diritti umani in Messico.
Nel corso degli ultimi mesi le ricerche per i 43 studenti scomparsi hanno portato alla scoperta di 60 fosse comuni nel solo stato di Guerrero.
Ora arriva la conferma, secondo i rappresentanti della
procura del paese, che “ci sono prove sufficienti per affermare che vi è
stato un evento di incendio controllato di grandi dimensioni nella discarica di
Cocula”.
Il tutto nonostante un team di esperti internazionali inviato dalla
Commissione interamericana per i diritti umani abbia già fatto presente che gli
studenti non avrebbero potuto essere bruciati a Cocula come il governo ha dichiarato,
e nonostante le famiglie abbiano fortemente respinto le indagini ufficiali.